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Il Colore delle Parole
Teodoro Njock Ngana è discendente di una famiglia di patriarchi dell'etnia basaa del Camerun. Dalla fine degli anni '70 vive a Roma, città in cui è attivo come scrittore, poeta e mediatore culturale.
Questo lungo periodo di tempo di permanenza nel nostro paese ha permesso a Ngana di farsi un'idea molto precisa di cosa voglia dire essere immigrati in Italia e di come questo status sia considerato a livello politico. Secondo Ngana il vero problema è che non si parla mai di immigrati in Italia. Si parla piuttosto di clandestini e di irregolari, soprattutto per ragioni puramente elettorali. Quando un immigrato vive in Italia, prosegue l'intellettuale camerunense, non può pensare al proprio paese d'origine a migliaia di chilometri di distanza come a una "casa". Casa è il posto in cui si vive e così per molti africani il Belpaese è diventato a tutti gli effetti un posto che si può chiamare "casa". Eppure quest'idea è ancora un'illusione se si pensa, come sottilineano gli operatori e gli esperti intervenuti in questo documentario, che nel corso degli anni le politiche migratorie degli anni hanno registrato continui passi indietro, arrivando al culmine con il cosiddetto pacchetto sicurezza.
In definitiva, questo il messaggio che passa in sottofondo, l'Italia sta diventando un paese profondamente razzista.
Il documentario di Marco Simon Puccioni raccoglie le testimonianze di quattro immigrati provenienti da varie parti dell'Africa e che si sono stabiliti a Roma negli anni '70. Molto spesso la loro presenza nella capitale era dovuta a borse di studio elargite da multinazionali del petrolio e motivate dalla necessità di creare una classe dirigente in vista dell'attività estrattiva, in seguito però molti hanno deciso di stabilirsi nella nuova città di adozione. Non sono però messi in luce solo gli episodi di intolleranza e di disagio di fronte a un colore di pelle diverso; viene ricordato con nostalgia il periodo degli studi, in cui la casa in cui viveva Ngana con un suo amico era diventato un punto di riferimento culturale per tutta l'emigrazione africana, finalmente riunita sotto l'ombra del Campidoglio e proveniente da ogni angolo della periferia romana.
In definitiva "Il colore delle parole" di Puccioni ha il pregio di portare alla luce uno spicchio di memoria nascosto nel cuore di Roma, molto presente però nella vita quotidiana della mediazione e nella divulgazione della conoscenza e dell'accettazione di culture diverse dalla nostra.
La frase: "In Italia se giochi a calcio va tutto bene. O quasi. Perché in Italia ci vuole sempre il "quasi"".
Mauro Corso
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