Il club delle promesse
"Una commedia leggermente romantica", recita lo slogan che accompagna il titolo del primo lungometraggio di Marie-Anne Chazel, attrice di cinema (e ancor prima di teatro) al debutto in veste di regista. In effetti, "Il club delle promesse" ha tutte le caratteristiche e, soprattutto, i personaggi peculiari di una commedia leggera, frizzante e divertente, ma al tempo stesso coniuga tali tratti con un tema (centrale) tutt'altro che leggero: una grave, mortale malattia.
Il film narra le vicende di un trio di amici dall'infanzia, Kathy (Giovanna Mezzogiorno), Tara (Nathalie Corré) e Yann (Pierre Palmade) che, dopo essere fuggiti dalla realtà provinciale della loro bretone isoletta natia, sembrano ormai condurre una vita apparentemente appagante a Parigi; quando, però, Yann scopre di avere un tumore al sistema linfatico, l'esistenza dei tre viene sconvolta, soprattutto dopo che il giovane fa promettere alle sue due amiche di "tornare ad essere felici" prima della sua probabile morte. L'infelicità di fondo delle due ragazze è rappresentata dalla componente sentimentale della loro vita, laddove la gelida e sensuale Kathy sembra fare di tutto per tener lontano qualsiasi essere di sesso maschile (anche chi le piace), mentre la romantica e grassottella Tara si accontenta del suo mediocre compagno pur di non restare sola e di non dover rinunciare all'idea di essere innamorata.
La storia si sviluppa sfruttando i risvolti tragicomici di queste due opposte situazioni sentimentali, riuscendo a strappare diversi sorrisi grazie anche alla briosità travolgente e, al tempo stesso, tenera dell'esordiente Corré. La Mezzogiorno, dal canto suo, stavolta negli insoliti panni di una donna algida e seducente, è come sempre eccezionale nella sua interpretazione, specie nei suoi duetti con Palmade il quale, da navigato attore teatrale, ha saputo donare al suo personaggio il giusto equilibrio tra umorismo, emozione e cinismo senza inoltre scivolare, per quanto concerne l'omosessualità di Yann, in stupidi e banali cliché. Una commedia, però, per essere tale non può basarsi solo ed esclusivamente sulla bravura e sulle potenzialità attoriali dei suoi interpreti ma deve contare anche su dialoghi brillanti ed originali: in questo, "Il club delle promesse" talvolta pecca un po', ma nel complesso l'effetto è alquanto soddisfacente. Ciò che non convince tanto, al contrario, è la seconda (e pretenziosa) anima del film, ovvero quella drammatica: la malattia di Yann è, infatti, un pretesto narrativo per "mettere al muro" le due ragazze e costringerle ad affrontare situazioni imbarazzanti o poco piacevoli per entrambe, ma resta sempre in secondo piano ed il tema della malattia non ottiene il giusto "spessore drammatico". Cosa non necessariamente negativa per quanto concerne il risultato finale, ma senz'altro abbastanza lontana dai propositi iniziali della regista.
"Il club delle promesse" è, in definitiva, un film godibile e leggero, che scorre piuttosto fluidamente ma che, tutto sommato, non lascia il segno nello spettatore se non per l'ottima prova dei suoi attori.

Laura Spina

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