Il piacere e l'amore
Cannes - Citando il titolo di un libro potremmo ribadire che gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, e un contatto tra i sessi non è solo difficile o doloroso, spesso non è proprio possibile. Il regista attore nonché autore turco Nuri Bilge Ceylan (il film è una co-produzione francese), sembra volerlo mettere ancora una volta nero su bianco nella pellicola presentata in concorso al Festival di Cannes. Con una semplicità tale da rasentare l'indifferenza sentimentale, Isa e Bahar si amano e si lasciano al termine di una vacanza estiva non certo votata alla passione più bruciante.
Votata invece alla razionalità più assoluta, Bahar pretende di non sentire più l'ex fidanzato e alla prima occasione vola a lavorare su di un set lontano da Istanbul. Dal canto suo, Isa si concentra sul proprio lavoro universitario, si concede a vecchie fiamme fedifraghe e arrivato al culmine della solitudine parte alla ricerca di quello che crede - solo apparentemente - di aver perso e di necessitare disperatamente.
Lucido, essenziale nei dialoghi, geniale nel messaggio e nella forma: "Iklimler" è un esempio di cinema maturo dall'autore che le sale italiane hanno già ospitato con "Uzak". Non si tratta semplicemente del solito esempio di solitudine umana, d'incomunicabilità tra le persone, Ceylan tratteggia con la semplicità - apparente - con cui cambiano le stagioni, l'allontanamento di due anime che cercano disperatamente di unire il loro cammino alla ricerca di una felicità che nella realtà, semplicemente non esiste. Meglio cercare soddisfazione, poca, nelle tesi di laurea, nelle vacanze solitarie, nelle foto ai monumenti condendo il tutto con qualche scappatella.
Neve, sole, le piogge dell'autunno, tutto torna in un ciclo continuo e con immutabile solennità.
Un pò come due amanti si lasciano e trovano di tanto in tanto.
La frase: "A che ora devi essere sul set domattina? Non vorrai far tardi"
Valentina Pieraccini
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