High Crimes - Crimini di stato
La Judd sembra ormai prigioniera di se stessa, una sorta di clone dei suoi precedenti personaggi, infatti la Claire Kubik protagonista di questi "Crimini di Stato" si ritrova con un marito dalla doppia vita - ma non era già successo in "Colpevole d'innocenza" - e deve collaborare con "l'uomo nero" Morgan Freeman - ma non era già successo in "Il Collezionista" - per riprendersi la sua vita.
In effetti questa pellicola di Carl Franklin, che ben prometteva con il suo "Diavolo in Blu", è piuttosto deludente. Ricalca mille altri film di genere senza mai lasciare un suo segno ed inoltre si trascina stancamente, portandosi dietro uno spettatore sempre in attesa del colpo di scena che potrebbe giustificare le ben due ore di lunghezza (inutile dire che quando arriva siete ormai stremati e peraltro sapevate già cosa sarebbe successo).

Claire e Tom (James Caviezel / "Angel eyes") sono il prototipo della coppia felice made in USA: Claire rampante avvocato in carriera e Tom restauratore, ricchi, felici, vivono in una villetta fuori città e vogliono avere un bambino. Perfetto!
Peccato che Tom in realtà si chiami Ron e sia un ex-marine accusato di strage. Tempo zero e Tom-Ron si ritrova in un penitenziario militare, Claire senza marito e senza la vita che aveva vissuto fino a quel momento con un avvocato d'ufficio senza alcuna esperienza e con in più una sorella, Jackie (Amanda Peet / "Ragazzi al guinzaglio"), a carico. L'essere un brillante avvocato peraltro non le è di alcun aiuto, visto che la giustizia militare è regolata in modo molto diverso da quella ordinaria (come ben sanno gli afictionados di "JAG").
Ma è nei momenti difficili che si vede il carattere e quindi Claire, convinta dell'innocenza del marito, troverà un esperto di giurisprudenza militare da affiancare a quello d'ufficio, l'ex-alcolista Charlie Grimes, con il quale partire in una donchisciottesca carica contro i mulini a vento del potere costituito.
L'esito finale... un pò quello facilmente ipotizzabile da una pellicola imbevuta di retorica ed un pò sorprendente per le modalità.

Alla fine resta il sapore di un telefilm, con degli ottimi attori sprecati in ruoli indegni del loro talento ed una sceneggiatura che sembra un colabrodo (una su tutte: il jogging della Judd con furgoncino al seguito: scontato, inutile e veramente fuori luogo). Home Video!
PS - Freeman dovrebbe essere un avvocato, ma sembra uno degli investigatori di Perry Mason.
PPS - La cosa migliore del film è vedere Morgan Freeman in moto vestito da vero biker.

La chicca: dopo il pestaggio fuori dal bar, la Judd consiglia a Morgan Freeman di andare in ospedale per farsi dare un'occhiata alla costole. La stessa frase che aveva usato per ben due volte ne "Il Collezionista".

La frase: "la giustizia militare sta alla giustizia come la musica militare sta alla musica, non so se mi spiego."

Valerio Salvi

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