Help Me Eros
La vita è una continua ricerca dell’amore. Ah Jie, che ha perso tutto dopo un ribasso in borsa, per trovare sollievo alla sua disperazione coltiva marijuana, è sempre sotto effetto di una canna e chiama ogni giorno il Telefono Amico, unico contatto umano rimasto. Chyi, volontaria del Telefono Amico, si rifugia nel cibo come consolazione al fallimento del suo matrimomio ed alla totale assenza di un qualunque rapporto con il marito. Shin, giovane ragazza che lavora in un betel, si lascia coinvolgere dagli sconosciuti che incontra nel suo lavoro. E in cerca dell’amore le loro vite si intrecciano, anche se nessuno di loro riuscirà ad ottenere quello che desidera. Viene presentato in concorso a Venezia 64 il secondo film del regista taiwanese Lee Kang-Sheng, conosciuto come attore e qui alla sua prima esperienza di sceneggiatura e protagonista nel ruolo di Ah Jie. Prendendo spunto dal periodo più buio della propria vita il regista è riuscito a realizzare il suo film dopo quattro anni di ricerca di finanziamenti. La pellicola, senza pudori e grazie anche all’uso di scene di sesso esplicite, è una riflessione sull’eros e sull’amore e sulla loro –spesso- inconciliabilità. Ed è l’assenza di uno o di entrambi ciò che accomuna i tre protagonisti, la loro storia è una continua lotta in solitudine che li conduce alla disperazione. Certamente si tratta di una tematica già ampiamente affrontata, ma Kang-Sheng dimostra di avere ancora qualcosa da dire. Non mancano i luoghi comuni, come l’associazione eros-cibo già splendidamente analizzata da Ang Lee in Mangiare Bere – Uomo Donna, comprensibile tuttavia vista l’importanza che a Taiwan si da alla cultura del cibo.
Presenti anche felici intuizioni, come la proiezione durante l’amore orgiastico dei più famosi marchi della moda italiana sulla pelle dei protagonisti ad intendere che, in quel contesto, si è soltanto un bell’oggetto da usare.
Le scene di sesso, per le quali il regista ha anche chiesto l’ausilio di un insegnante di danza che aiutasse lui e le attrici per le pose e le prove, hanno creato qualche imbarazzo e causato qualche defezione durante la proiezione per la stampa a Venezia.
Film non scontato, consigliato a chi già conosce – e ama – il cinema orientale.

La frase: "Chi ama la sua vita la perde, chi odia la sua vita la conserva in eterno.".

Giuliana Steri

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