Hallam Foe
Jamie Bell è cresciuto dai tempi di Billy Elliott e dopo averci fatto sognare come ballerino promettente torna in questo "Hallam Foe" quasi adulto, in quel difficile punto di passaggio tra adolescenza e maturità.

Hallam è un ragazzo che ama spiare il prossimo, non a fini voeyuristici, ma al semplice scopo di comprendere gli altri ed il mondo che lo circonda. Dopo la morte violenta e misteriosa della madre, il ragazzo non solo non accetta la matrigna, ma la sospetta di aver architettato il presunto assassinio della madre, annegata in un laghetto nella tenuta di famiglia. Per una serie di eventi Hallam lascia la casa paterna per cercare fortuna a Londra, dove incontra Sophia, che ha una straordinaria somiglianza con la donna che lo ha messo al mondo...

"Hallam Foe" è una pellicola sulla crescita, sull'abbandono delle illusioni infantili e sul bisogno di entrare nel mondo, senza guardarlo più da lontano. Si tratta di un vero e proprio viaggio nella psiche di un ragazzo in crescita, ed è evidente la presenza di alcuni problemi eminentemente freudiani, come il superamento del complesso di Edipo, da cui il protagonista sembra affetto in maniera piuttosto grave. Fortunatamente "Hallam Foe" non è un lavoro "a tesi" e il regista David Mackenzie si tiene ben distante da una trappola di questo genere. Anzi, cerca di affrontare anche le situazioni apparentemente più pesanti in modo divertito e quasi rasserenante. Da questo punto di vista gioca un ruolo fondamentale la musica che accompagna numerose sequenze, insostituibile nell'addolcire i punti più spigolosi e più insostenibili. Nessuna sorpresa dunque che abbia vinto l'Orso d'Argento al 57° Festival del cinema di Berlino proprio per la migliore colonna sonora.

Nel finale del film si può avere un senso di incompiutezza, ma questo è del tutto comprensibile se si pensa che è proprio nei titoli di coda che si apre la vita adulta di Hallam, con tutte le infinita possibilità che questa tiene celate al giovane, finalmente uscito dal proprio guscio e "redento" dalla propria chiusura mentale. Illuminanti i titoli di testa, ricostruzione metaforica ed infantile dei temi principali di questo "Hallam Foe", che pur senza essere memorabile può regalare un'ora e mezzo tutto sommato piacevole.

La frase: "Avrà pensato che sei una prostituta!"

Mauro Corso

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