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Good night, and good luck
Presentata come primo film in Concorso alla 62ª Mostra del Cinema di Venezia, la seconda pellicola diretta da George Clooney, "Good Night, and Good Luck", ha raccolto subito i consensi della maggior parte dei giornalisti presenti alla proiezione. Il film, voluto da George Clooney in ricordo del padre, (conduttore di notiziari per 30 anni), è girato in bianco e nero per essere fedeli al dovere di cronaca, dato che la sceneggiatura racconta della lotta contro la censura e per il diritto all'informazione combattuta dal giornalista televisivo americano Ed Murrow, è ricca di spezzoni tratti dal programma trasmesso agli inizi degli anni '50 dalla CBS, e presentato dallo stesso Murrow. "Person to Person", è una sorta di "Il Fatto" di Enzo Biagi, dove il giornalista commenta i fatti di cronaca e denuncia i soprusi commessi in un america col terrore dell'invasione comunista.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, e in sala, sembra proprio di essere partecipi delle riunioni di redazione che nel film fanno da collante agli spezzoni d'epoca. Il bianco e nero da il senso del documentario, ma il ritmo è veloce, i dialoghi sempre attivi e le argomentazioni fin troppo attuali, e questo da quel tocco in più al film elevandolo da mera cronaca a pellicola cinematografica.
Il bel George Clooney, che per la seconda volta si dedica alla regia, prediligendo sceneggiature originali e fuori dalla norma, colpisce per la sua interpretazione, come sempre, ma stupisce per la regia e la sicurezza con cui dirige la macchina da presa. E, per il piacere di tutte le sue fan, quel suo caratteristico sorrisetto ammaliante si conserva nonostante l'aria attempata del personaggio che interpreta. Il resto del cast non è da meno, e David Strathairn riesce bene nei panni di Murrow, rendendo perfettamente la determinazione e l'onestà del giornalista fedele all'informazione e alla TV di qualità.
Nonostante la pellicola sia girata tra il '53 e il '54, spaventa l'attualità che riesce a descrivere più di mezzo secolo dopo: l'invasione della TV di intrattenimento a discapito dell'informazione, e l'ombra sempre presente dello sponsor a supervisionare tutti i programmi.
La frase: "Faremo il servizio proprio perché il terrore è in questa stanza"
Monica Cabras
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