Gladiatori di Roma
Iginio Straffi è ricordato soprattutto per essere l’inventore - autore delle "Winx", cartone animato incentrato su un gruppo di giovanissime fate. Oltre alle Winx, Straffi è autore anche di "Huntik", produzione animata indirizzata ai maschietti, ed è stato scrittore della mitica serie a fumetti di "Nick Raider", targata Sergio Bonelli. I tempi si dicono quindi maturi per entrare a tutti gli effetti nel mondo dell’animazione cinematografica con "Gladiatori di Roma". I film sulle Winx sono solo un lontano ricordo.
Antica Roma. Timo è innamorato di Lucilla. Ma quando questa parte per andare a studiare in Grecia, il giovane si rammollisce totalmente. Diventa apatico. Una specie di burla del Colosseo. Solo al ritorno della bella, sembra riaffiorare in Timo la voglia di reagire. L’alternativa, del resto, è vederla in sposa a Cassio, il più forte gladiatore di Roma. Per sconfiggerlo nell’arena più antica del mondo, Timo si farà allenare da Diana...
Indubbiamente nel campo dell’animazione i passi avanti fatti si vedono. Eccome! Non solo l’animazione risulta matura, ma anche la sceneggiatura ora appare in qualche modo più "rotonda", meno campata in aria, in una parola: compiuta. Merito anche della collaborazione di Iginio Straffi con Michael J. Wilson, autore di nuovi classici come "L’era glaciale" o "Shark Tale". A differenza che in passato – e con passato ci riferiamo ai film delle "Winx" – ne "Gladiatori di Roma" le gag e le battute sono più mature e meno scontate. E’ un film per famiglie, questo, godibile anche dall’adulto oltre che dal bambino. Molti riferimenti ai film a fumetti come "Bat Man" o "Hulk", ma anche una diversa impostazione narrativa che, pur mancando di protagonisti carismatici manda un messaggio chiarissimo sull’importanza della lealtà. Un film che non raggiunge risultati hollywoodiani come prestazioni, ma che stupisce per la sua voglia di guardare avanti. Per Straffi, un nuovo punto di partenza.
A dare le voci ai protagonisti i bravi Luca Argentero, Laura Chiatti e Belen Rodriguez. Quest’ultima si inventa anche doppiatrice con risultati altalenanti. Un plauso invece ai primi due. Davvero azzeccati.
La frase:
"...Mia figlia si merita di meglio di un impostore come te!".
a cura di Diego Altobelli
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