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Garpastum
Garpastum è il nome che gli spartani davano ad un fantomatico gioco in cui bisognava dare dei calci al pallone. Il nostro amato "calcio" insomma, non è nato in Inghilterra come ci hanno abituato a pensare, ma nell'antica Grecia. Poco male, è sempre affascinante, così come questo film.
Siamo nel 1914, l'inizio della prima guerra mondiale è vicino. Andrej e Nicolaj sono due giovani fratelli della borghesia russa che vivono con gli zii da quando il padre è impazzito e la madre è morta. Sono due appassionati di calcio, lo giocano ovunque, sempre assieme ad altri due fratelli loro amici: Misha e Shust. Il loro sogno è costruire uno stadio e per farlo cominciano a giocare a soldi contro squadre di calcetto improvvisate. La guerra però è alle porte...
Garpastum è un racconto storico dal grande fascino intellettuale e visivo. La guerra, seppur sia semplicemente evocata, è la vera motrice del film. E' questa a rappresentare il cambiamento di una società che non solo subirà gli esiti del conflitto mondiale, ma si prepara anche a quella che sarà la rivoluzione russa.
In una delle prime scene del film i nostri due protagonisti si recano ad una festa di una giovane aristocratica. In sottofondo si sente il testo di una canzone che spinge gli operai a ribellarsi. E' questo senso d'innocenza ed ingenuità a muovere le fila della storia: il cambiamento di una società per secoli abituata agli zar che non si rende conto di ciò che accadrà di lì a poco e la crescita dei due fratelli che scopriranno l'amore e da ragazzi diventeranno adulti.
Tutti emblemi di una Russia pronta nel giro di dieci anni a diventare URSS.
Dal punto di vista tecnico la regia è eccezionale. Lunghi piani sequenza (caratteristica del cinema russo) fanno di ogni inquadratura una sinfonia dove ogni elemento è perfettamente integrato e accordato. Una vera gioia per gli occhi vedere la lunga scena della partita di calcio con gli inglesi, così come lo è la fotografia color seppia scelta per una storia di un'epoca che non c'è più. Forse "Garpastum" per molti rappresenterà un semplice esercizio di stile visti i pochi picchi narrativi con cui si affronta la storia, ma anche in questo caso non si può non riconoscergli la validità di una ricostruzione storica sempre accurata e interessante.
La frase: "-Ogni goal 5 copechi, il fallo di manosono 10 copechi. Vince chi arriva prima a 10
-Perchè 10?
-Perchè la vodka costa 50 copechi"
Andrea D'Addio
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