FilmUP - Recensione: Fughe e approdi

Fughe e approdi
Un tributo, una ricerca, un'espressione creativa. La regista Giovanna Taviani ha cominciato a vivere le isole Eolie fin da piccola in una tipica villa d’epoca presa dai genitori e, organizzando da qualche anno il SalinaDocFest, trascorre lì anche lunghi periodi. A un certo punto, pure per ripercorrere una parte della propria esistenza, ha voluto puntare la macchina da presa su quel piccolo mondo separato.
Intendendo questo progetto come un viaggio, a condurla ha voluto lo stesso pescatore (che fungeva inoltre da tramite con gli abitanti da scegliere come interlocutori), sulla stessa tartana dalla vela rossa conosciuti oltre vent'anni prima nel film "Kaos" girato dal padre e dallo zio.

C'è la Natura, con una luce che accende i colori: il mare azzurro tutt'intorno, le gradazioni dal marrone al nero delle rocce laviche, lo zolfo giallo, il bianco della pomice e delle mura delle case. Ma anche con le avversità (trombe d'aria, tempeste d’acqua, eruzioni, i pochi terreni agricoli, la filossera, la silicosi dei cavatori), causa della massiccia migrazione verso l'America. Non sono mancati comunque arrivi e ritorni, con noti confinati dal regime fascista (l'incanto del posto ha reso possibile alchimie come la storia d'amore tra Edda Ciano, figlia del Duce, e il partigiano comunista Leonida Bongiorno), i matrimoni per procura e una potente fascinazione degli elementi che ha fatto dell'arcipelago il set di documentari e film di cineasti prestigiosi e attrici come Ingrid Bergman e Anna Magnani, divise dall’amore per lo stesso uomo, quasi contrapposte interpreti di "Stromboli" e "Vulcano".

Programmaticamente, "Fughe e approdi" è sia resoconto che narrazione tra realtà, memoria e fantasia in cui si mescolano interviste e immagini di repertorio, gente comune (i locali, testimoni che modellano eventi passati e riportano storie di streghe e di spiriti) e artisti (i quali, provenienti da un altrove, attraverso le immagini trasfigurano quei luoghi), e lascia impressa soprattutto la fotografia dei vapori dei crateri su una distesa marina dorata dal sole che precede il tramonto.

La frase: "I grandi spazi ci ricordano la natura dell'uomo".

Federico Raponi

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