Freerunner - Corri o Muori
Nella gettonatissima serie di “Fast & furious” si sguazza a tutta velocità a bordo di potenti quattro ruote, mentre nel poco celebrato “Torque-Circuiti di fuoco” (2004) di Joseph Kahn a essere protagoniste erano fiammeggianti motociclette.
Nel caso del lungometraggio d’esordio di Lawrence Silverstein, produttore del licantropico straight to video “Dark wolf” (2003) di Richard Friedman, le due ruote vengono soltanto brevemente sfruttate nel corso degli ultimi minuti di visione di quello che potrebbe quasi essere identificato come un “Death race” (2008) a piedi, in quanto a esserne protagonista è il freerunning, forma di acrobazia urbana in cui i partecipanti si spostano senza alcun mezzo tra la città e il paesaggio rurale in maniera acrobatica.
Disciplina di cui è denominato il “demone della velocità” il Ryan con le fattezze dello Sean Faris di “Never back down-Mai arrendersi” (2008), che sogna di abbandonare le baraccopoli e tornare a vivere lungo la costa insieme alla fidanzata e al nonno, ma che, insieme a un gruppetto di atleti, finisce in un perverso gioco organizzato da un boss mafioso locale per il divertimento del sadico Club di miliardari di Mr. Frank, interpretato da Danny Dyer.
Infatti, un po’ come nella serie “Hostel”, abbiamo ricchi scommettitori che, anziché acquistare vittime da torturare, puntano su colui che sarà il vincitore – nonché l’unico personaggio a rimanere in vita – di una gara effettuata con micidiali collari esplosivi al collo, discendenti diretti di quelli visti nel carcerario “Sotto massima sorveglianza” (2001) di Lewis Teague.
Ma, quello che poteva essere l’ennesimo esempio su celluloide di critica anti-capitalista in violenta salsa sportiva, si risolve in quasi un’ora e mezza di pellicola che sembra dimenticare l’identità della regia per concentrarsi sulle acrobatiche imprese dei protagonisti.
Fino a una seconda parte interamente occupata dalle continue fughe e dagli scontri corpo a corpo, caratterizzata da un montaggio talmente veloce da travolgere lo spettatore senza permettergli di recepire nella giusta maniera le emozioni trasmesse da quanto raccontato.
Tanto che l’impressione generale è quella di trovarsi dinanzi a uno dei più schizofrenici e meno riusciti lavori di Mark Neveldine e Brian Taylor (responsabili del dittico “Crank” e di “Gamer”, per intenderci).
La frase:
"Vedi, mi piace quel ragazzo, ma non vince mai".
a cura di Francesco Lomuscio
Scrivi la tua recensione!
|
|
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.
I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE:
In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione.
| NEWS
|
|
|
GUIDA TV
|
|
|
|
Il video del momento
Cerca CINEMA
Oggi in TV
Box Office
|