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Francofonia - Il Louvre sotto occupazioneLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Thomas Cardinali06 settembre 2015
Presentato alla 72esima mostra di Venezia, “Francofonia” è l’ultima opera del maestro Alexander Sokurov, già autore di tanti capolavori sui vari musei del mondo e dopo l’Hermitage questa volta è stato il Louvre a prestarsi alla sua macchina da presa. I principali interpreti di un’opera destinata a restare nella storia per il modo di raccontare il più grande museo del mondo sono Louis-Do de Lencquesaing e Benjamin Utzerath, che danno vita a uno scambio di pensieri che incanta lo spettatore.
“Francofonia” parte dalla storia personale di due uomini: il direttore del museo del Louvre Jacques Jaujard e l’ufficiale nazista Franziskus Wolf-Metternich, che durante l’occupazione nella seconda guerra mondiale ha il compito di curare il patrimonio artistico francese. Nel 1938 a causa della minaccia innescata da una possibile invasione tedesca le collezioni di opere d’arte del Louvre vengono imballate e spedite nel castello di Chambord, nella Loira, su ordine del suo direttore I due sono. Nel 1939 altri castelli sparsi diventano depositi di sicurezza per le opere d’arte, mentre vengono prese misure di sicurezza per proteggere lo storico museo dai possibili bombardamenti. Contemporaneamente in Germania il curatore della renania Franziskus Wolf-Metternich riceve analogo incarico di proteggere il patrimonio artistico. Il momento di grande difficoltà porta all’unione dei due “rivali” per combattere un nemico comune: diventano due collaboratori che impediranno la confisca del patrimonio museale del Louvre, in particolare dei quadri da parte dei gerarchi nazisti di Adolf Hitler. Il maestro Alexander Sukorov parte da questi due personaggi per arrivare, attraverso filmati d’epoca e audaci ricostruzioni, all’interno del museo rendendo omaggio a due personaggi che hanno contribuito a salvare la storia d’Europa. L’intreccio è costruito come uno splendido collage di metafore: all’inizio una nave in tempesta rischia di perdere il suo carico di opere d’arte, con La Zattera della medusa, i ritratti di Napoleone e lo spettatore viene accompagnato all’interno del museo, ma senza intenti didascalici e i limiti narrativi dei classici documentari. La parola stessa Francofonia scelta per il titolo rappresenta bene il suono di una sinfonia mista tedesca e francese, che accompagnerà le immagini all’interno di un’opera cinematografica. Per Sokurov, come lui stesso dichiara, i film sono delle lezioni da cui lui come un qualsiasi scolaro apprende. Sostiene esami in attesa di un risultato finale che non sa quando arriverà, ma c’è la certezza che sarà conseguito. Realizzato grazie ad una produzione franco-tedesca questo film, come i quadri nei musei, è stato realizzato per ricordare a tutti, europei in particolare, il retaggio lasciatoci dalla storia attraverso i volti e i colori della pittura, attraverso gli sguardi delle opere d’arte che ti attraversano come dei raggi x. La storia non si può separare dall’arte, il cinema è arte e per la proprietà transitiva il cinema ha il dovere e l’obbligo morale di essere storia. Francofonia ci spiega come l’arte riesce ad unire ciò che il potere separa e se nel mondo ci fosse un pizzico di rispetto e amore in più per lei forse i film sarebbero gioielli come questo. La frase dal film:
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