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Four Lions
Dissacrante, surreale, farsesca e paradossale. E’ "Four Lions", una divertente commedia che segna l’esordio come regista dell’attore, scrittore satirico ed ex DJ britannico Chris Morris. Un’opera prima che ha ricevuto diversi apprezzamenti da parte del pubblico incassando bene al botteghino, ma anche a livello della critica, tanto che il prestigioso "Time Magazine" l’ha inserita nell’elenco dei migliori dieci film del 2010 e ai "BAFTA 2011" ha ottenuto il premio come miglior regista esordiente. E’ un’opera dissacrante che scherza sui fatti politici e sociali che hanno sconvolto il mondo negli ultimi anni, è la rappresentazione, in chiave ironica e farsesca, dello jihdaismo moderno rappresentato da esseri umani un po’ strani e ridicoli. E’ un’opera che mira a mostrare la realtà moderna, ma con tocco leggero e dissacratorio, cercando di far ridere e al tempo stesso, attraverso la risata, far riflettere sul mondo che ci circonda. E’ una pellicola decisamente coraggiosa per il tema che affronta, quello del terrorismo islamico, descrivendo personaggi paradossalmente alienati rispetto alla cultura da cui provengono, che non riescono a sentirsi parte né della cultura occidentale né di quella orientale, rifugiandosi quindi nell’idea del martirio. Fin dall’inizio "Four Lions" ha diviso la critica, a volte è stata sottolineata l’abilità del regista di aver tratto una commedia partendo da un elemento drammatico, utilizzando gags già note, ma riattualizzandole attraverso l’elemento dell’inettitudine che attanaglia e investe tutti i personaggi del film. Altre volte la critica ha sottolineato la presenza di queste gags, viste come un prodotto che poteva essere tralasciato, dato che l’opera presenta dei momenti talmente forti a livello di carica comica e graffianti da poter benissimo fungere da elementi portanti del film. Un esempio è l’esilarante e strampalata scena in cui Waj, uno dei protagonisti, spara con il lanciarazzi al contrario e colpisce un accampamento arabo invece del nemico: "Osama Bin Laden è stato ucciso per sbaglio", oppure quando le forze dell’ordine discutono sul travestimento dell’uomo che hanno appena ucciso: era un orso o un Ewok? Non è comunque un film a favore o contro la religione, ma semplicemente un film su una realtà vera e reale, drammatica che porta uomini e donne a sacrificare le loro vite per, forse, come fa capire il regista: "sentirsi parte di un mondo". "Four Lions" è un film ben orchestrato nei suoi elementi, equilibrato e ben costruito, il ritmo è costante anche se diviene serrato nei momenti in cui vengono messi alla luce gli eccessi dei personaggi, il loro conflitto interiore fra demenzialità e odio. Il conflitto è dunque il cardine su cui ruota tutta questa commedia, come scaturisce anche dai dialoghi che toccano argomenti importanti mostrando le relazioni conflittuali fra Islam e occidente. La pellicola è frutto di tre anni di ricerche e indagini da parte del regista, è un’opera eccellente, che lascia però un sorriso dolceamaro, anche per la scelta del finale. Decisamente apprezzabile è l’interpretazione degli attori a partire da Riz Ahmed nel ruolo di Omar, Arsher Ali in Hassan, Nigel Lindsay come Barry, Kayvan Novak in Waj, Adeel Akhtar è Faisal e Julia Davies in Alice moglie di Omar.
La frase:
- "Il modo per evitare che ci rintraccino è molto semplice bisogna mangiare la SIM"
- "Posso cuocere la mia?".
Federica Di Bartolo
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