FilmUP.com > Forum > CineINFO - Oggi ho visto... - Agenda dei films Vol. 9
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Autore Oggi ho visto... - Agenda dei films Vol. 9
Neuromante

Reg.: 30 Gen 2008
Messaggi: 188
Da: Hyperion (es)
Inviato: 14-09-2009 22:32  
quote:
In data 2009-09-14 22:29, Marienbad scrive:
Dal momento che ne è capace, perchè non sfruttare la cosa a suo vantaggio invece che a suo svantaggio...




Parole sagge, santa donna.
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La mia casa ha 96 stanze su 104 mondi diversi

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 14-09-2009 22:35  

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Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 14-09-2009 23:01  
Lasciando da parti ringraziamenti e riappacificazioni,alla fine, comunque, non ho ancora capito cosa non vada bene delle quattro righe che ho scritto sul film di Godard, e questo è l' unica vera pecca della discussione.
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“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).

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Neuromante

Reg.: 30 Gen 2008
Messaggi: 188
Da: Hyperion (es)
Inviato: 14-09-2009 23:18  
Go ..chi ??
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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 14-09-2009 23:30  
quote:
In data 2009-09-14 23:18, Neuromante scrive:
Go ..chi ??




Ahahahha

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-09-2009 00:04  

quote:
In data 2009-09-14 01:52, Moreschi scrive:
Vivre sa vie di Jean Luc Godard
il dramma è un po' raffreddato dalla suddivisione in capitoli e dall' andamento monocorde che spesso riporta quasi più a un documentario che ad una storia veria e propria.
Comunque, basterebbero alcuni dialoghi e la amarissima scena finale a sottolineare l' intensità.
A.Karina è brava. Al suo posto avrei visto meglio la Isabelle Adjani di Adele H.
3.75 / 5




Ti rispondo con Farassino, così la mia presunzione finisce in trasparenza...

"Vivre sa vie, dopo i titoli di testa che sono sovraimpressi a tre primi piani di Anna Karina (un profilo sinistro, un piano frontale e un profilo destro), si apre con un piano-sequenza di circa sette minuti: in un caffé, Nanà, di schiena, conversa con Paul, come lei appoggiato ad banco e visto di schiena. La loro conversazione, che riguarda persone e episodi di cui lo spettatore non è informato, la loro posizione, il rumore d'ambiente che disturba le parole, convergono a determinare subito uno dei caratteri principali del film: la non spettacolarità. Il cinema tradizionale, anche quello piú «realistico», è in effetti sempre pensato e allestito in funzione della posizione dello spettatore. La scena è organizzata come sul palcoscenico di un teatro -, gli attori si dispongono secondo moduli e direttrici prospettiche ben stabiliti. Ma Paul, in una delle prime battute del lungo dialogo nel quale volge costantemente la schiena agli spettatori dice a Nanà: «non siamo a teatro», quasi a voler immediatamente enunciare un'autonomia della realtà dello schermo. I personaggi non sono sullo schermo per lo spettatore, disposti ad agire nella forma che è a questi piú funzionale. Vivono la loro vita, e non ne rivelano che frammenti quasi casuali.
La vicenda è quella di una giovane commessa di un negozio di dischi. Vorrebbe - anche lei - fare del cinema, ma il problema piú assillante è quello del denaro. Nessuno è disposto a concederle un prestito, finisce per esser messa alla porta dalla sua affittacamere. Comincia ad essere compiacente con chi le fa delle promesse, e quasi senza accorgersi si troverà dedita alla prostituzione, nelle camere a ore di certi alberghi. Incontra Raoul, un protettore, che fornisce con voce distaccata, come in un'inchiesta giornalistica, dati ed informazioni sul mondo della prostituzione. Una delle leggi di questo mondo è che la ragazza debba « lavorare » per qualcuno, e Nanà diventerà proprietà di Raoul. Fra i molti clienti incontrerà anche un giovane che le piace, ma Raoul non ammette altro rapporto che quello di lavoro. Alla fine decide di « cederla » ad un'altra organizzazione, ma al momento del passaggio al nuovo protettore fra i due uomini sorge una disputa sul prezzo. Vi è uno scambio di colpi d'arma da fuoco: l'unica a restare colpita è Nanà, che rimane a terra, stesa sull'acciottolato, mentre gli uomini si allontanano sulle loro auto.
Una vicenda, dunque, che si può riassumere in poche righe, alquanto banale se si esclude il finale posticcio e evidentemente sproporzionato al tono generale del film, privo di enfasi drammatiche o di intensi nodi narrativi. Il fatto è che Vivre sa vie, anche se conserva una costanza di personaggi e di ambienti, non è propriamente un racconto, non segue le leggi del concatenamento consequenziale proprie della narrazione. Godard ha voluto accentuare questo carattere suddividendo materialmente il film in 12 quadri, introdotti ciascuno da una didascalia che preannucia i termini di ciò che si sta per vedere. Vivre sa vie introduce un modello discorsivo che sarà tipico dei successivi film di Godard e che trova nell'uso della didascalia - interruzione brusca del flusso delle immagini, inserzione della parola scritta nel corpo del film - uno dei tratti piú qualificanti. Certamente, come sempre nei primi film di Godard, ogni nuova invenzione è in realtà un recupero desunto da settori dimenticati o ritenuti « superati » della storia del cinema; anche la didascalia è una riproposta tratta dal cinema muto. In una famosa sequenza-citazione del film, Nanà entra in un cinema dove si proietta La passione di Giovanna d'Arco di Dreyer. I primi piani della Falconetti e di Antonin Artaud (che annuncia a Giovanna la sua prossima morte) si intrecciano ai primi piani di Nanà, i sottotitoli del film antico sembrano sussumere le immagini del nuovo. La parola scritta entra dunque in rapporto con l'immagine grazie alla mediazione, ancora, del cinema tradizionale, ma gli esiti della problematica sono totalmente innovatori. Nell'ultimo quadro del film vi è una sequenza incentrata sulla lettura di un racconto di Poe (Il ritratto ovale) che un giovane fa a Nanà. Questa sequenza, che ha come protagonista la parola scritta, la parola letteraria, inizia e finisce senza sonoro, e con sottotitoli che indicano le battute del dialogo. La lettura vera e propria del racconto è-effettuata poi non dalla voce del giovane, ma dalla stessa voce di Godard. (…)
Lo spettatore dei film di Godard è (...) continuamente costretto a sentire discussioni. Nanà sente parlare di Platone, Kant, Hegel: la vita colta su vivo non esclude la riflessione. Il cinema può permettersi di parlare anche dei grandi nomi che incutono rispetto reverenziale, magari intrecciandoli, come in questo film, con citazioni dai Tre moschettieri di Dumas o con letture da settimanali rosa. Il film coglie la realtà nelle sue componenti anche contraddittorie e si limita ad allinearle, in blocchi isolati, senza piú credere alle vecchie forme di mediazione offerte dalla trama, dal carattere del personaggio, dall'unità di un tema. Cosí il linguaggio del film, fatto di piani-sequenza giustapposti, di inquadrature statiche e oggettivanti (primi piani di Nanà isolata sullo sfondo di muri o finestre) non solo è funzionale alla visione del mondo che il film propone, ma è questa stessa visione del mondo: prendere la vita com'è, accostarne le componenti, studiarne le combinazioni possibili. Dietro all'ideologia della casualità e dell'improvvisazione si comincia a delineare, per ora confusamente, un certo principio di composizione."

Alberto Farassino in
Jean-Luc Godard, Il Castoro Cinema


Per questo i tableaux vivants (non a caso il titolo originale é "Vivre sa Vie: Film en Douze Tableaux"), per questo la particolarità "inutile" dei dialoghi, l'assemblaggio pubblicitario del materiale visivo, l'assenza dell'intensità drammaturgica, i silenzi, i primissimi piani che riempiono un quadro altrimenti vuoto in profondità. Non c'è profondità se non nella fisicità, nella carnalità mercificata, anche attraverso quella dello schermo cinematografico (arte e merce insieme) o della musica (parimenti arte/merce). Per questo nel finale, il corpo della Karina, una volta senza vita, senza possibilità altra di essere usata come una merce, viene eslcusa dalla scena, inghiottita tra due fotogrammi, esclusa dalla spettacolarità della sparatoria nonostante ne sia la vittima. Non importa a nessuno ciò che più non può essere venduto, sia ai personaggi del film che all' antispettacolare Godard.
E infine, Godard, con tale scelta, sottrae la Karina al film per riportarla dietro la macchina da presa e farla di nuovo sua...
Ecco perchè la Karina è perfetta per questo film, perchè solo chi l'ama e l'ha avuta può farne una merce perfetta. Diciamo che Godard ha esaudito in maniera astratta ciò che è la fantasia di ogni uomo: immaginare la propria donna desiderata da diversi uomini senza che essi possano averla mai. E con il cinema c'è senza dubbio riuscito, ad un livello massificato.
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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HaroldKid

Reg.: 11 Gen 2009
Messaggi: 4589
Da: milano (MI)
Inviato: 15-09-2009 00:13  
Ottimo, ma Marien si è dimenticata di premettere che Godard e la Karina scopavano.

Ecco, ora è tutto più chiaro.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 15-09-2009 00:14  
sì ma non va premesso. semmai postmesso, a conferma.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 15-09-2009 00:17  
Eccovi il topico

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"Non è che gli abissi cambino, nemmeno l'idea di fortuna, nè del suo contrario... Fa solo prima a spogliarsi, toglie un pò di lavoro a San Lorenzo, prende cura di sé lasciandosi andare alla barba che non si fa, al trucco che non si mette..."

[ Questo messaggio è stato modificato da: utopia il 15-09-2009 alle 00:25 ]

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-09-2009 00:35  
quote:
In data 2009-09-15 00:13, HaroldKid scrive:
Ottimo, ma Marien si è dimenticata di premettere che Godard e la Karina scopavano.

Ecco, ora è tutto più chiaro.



quote:
In data 2009-09-15 00:14, sandrix81 scrive:
sì ma non va premesso. semmai postmesso, a conferma.




No perchè questo "E infine, Godard, con tale scelta, sottrae la Karina al film per riportarla dietro la macchina da presa e farla di nuovo sua...
Ecco perchè la Karina è perfetta per questo film, perchè solo chi l'ama e l'ha avuta può farne una merce perfetta", secondo voi, che cazzo significa?!

Siete diventati di un terra terra che non vi dico...
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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-09-2009 00:36  
quote:
In data 2009-09-15 00:17, utopia scrive:
Eccovi il topico

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"Non è che gli abissi cambino, nemmeno l'idea di fortuna, nè del suo contrario... Fa solo prima a spogliarsi, toglie un pò di lavoro a San Lorenzo, prende cura di sé lasciandosi andare alla barba che non si fa, al trucco che non si mette..."

[ Questo messaggio è stato modificato da: utopia il 15-09-2009 alle 00:25 ]



No, un post dedicato a Godard non può essere scritto in un topic dedicato, bisogna scriverlo qua e là, frammentato, in giro per il forum.
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roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 15-09-2009 00:45  
quote:
In data 2009-09-15 00:14, sandrix81 scrive:
sì ma non va premesso. semmai postmesso



nel senso che glielo metteva dopo la trasmissione dei giornalieri...

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