FilmUP.com > Forum > Attualità - PARLIAMO DI SCUOLA!è VALIDO L'INSEGNAMENTO IMPARTITO NELLE SCUOLE??E LA RICERCA???
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FilmUP Forum Index > Zoom Out > Attualità > PARLIAMO DI SCUOLA!è VALIDO L'INSEGNAMENTO IMPARTITO NELLE SCUOLE??E LA RICERCA???   
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Autore PARLIAMO DI SCUOLA!è VALIDO L'INSEGNAMENTO IMPARTITO NELLE SCUOLE??E LA RICERCA???
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-05-2005 13:25  
quote:
In data 2005-05-26 13:24, Chenoa scrive:
quote:
In data 2005-05-26 13:21, Ascanio scrive:
Ti sembra che al liceo uno abbia la maturità necessaria per decidere cosa saltare o meno??Prova a pensare che anarchia diventerebbe.


Sono completamente d'accordo

anche io
solo con Chenoa però
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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 26-05-2005 13:26  

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-05-2005 13:27  
insomma le scuole superiori servono per formare quella base culturale che ti porterai dietro per sempre e che consentirà di affrontare gli studi universitari

una o due materie facoltative di certo non cambiano la funzione della scuola
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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-05-2005 13:28  
quote:
In data 2005-05-26 13:26, Chenoa scrive:


hai perfettamente ragione
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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 26-05-2005 13:43  
Che poi non trovo nemmeno giusto che uno studente possa scegliere cosa studiare o non studiare. La scuola superiore si differenzia dall'università proprio perchè sei "obbligato" a seguire tutte le materie,che piacciano o meno.
Inoltre questa semplificazione sarebbe a lungo andare controproducente,ogni studente crescerebbe pensando che la strada per farsi una cultura e per una futura vita lavorativa sia sempre in discesa. Quando ovviamente non è così.

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 26-05-2005 14:26  
Stesso discorso che un mio amico, un pò leso a dire il vero, fece durante un'ora di lezione, alle superiori.
Disse che si dovrebbe poter scegliere le materie da fare e, ovviamente, il prof risposte che le scuole secondarie superiori non sono obbligatorie e se non vuoi formarti una cultura base allora puoi benissimo andare a fare ciò che vuoi. All'università si sceglierà cosa studiare.
Ottima risposta, ovviamente.
Tra l'altro bisogna dire che il 90% degli studenti sceglierebbe materie inutili in cui non rientrerebbero quasi certamente la storia, la matematica e addirittura le lingue straniere. Intollerabile.
La tragedia, in Italia, è che sappiamo troppo poco, e vogliamo ancora dare l'occasione di sapere meno?

Io, piuttosto, creerei un sistema scolastico articolato diversamente.
Prima di tutto i maestri alle elementari, e i professori successivamente, non sono sempre in grado di fornire le basi necessarie ad un bambino/ragazzino per capire cosa vuole studiare ma soprattutto per avere una visione generale delle materie.
Non sarebbe male far iniziare le scuole elementari a 5 anni. Tanto l'ultimo anno dell'asilo è inutile, in Italia. E farle durare 6 anni. In questo modo il primo anno sarebbe un'approccio con la scuola, con nozioni che danno la possibilità di imparare a leggere e scrivere. I 5 anni successivi servirebbero per dare più tempo ai bambini di comprendere e, soprattutto, ai maestri di spiegare meglio.
A 11 anni io farei iniziare una specie di "prima parte" delle scuole superiori, di circa 4 anni, in cui i ragazzi hanno la possibilità di approfondire maggiormente le materie che, in tre anni di lezioni, sono spiegate troppo velocemente.
A 15 anni, quindi si potrebbero scegliere i 3 anni di perfezionamento avendo le idee un pò più chiare e sviluppando maggiormente quelle materie per cui ci si sente più portati. 3 anni che potrebbero essere suddivisi a settori. Economico, Letterario, Scientifico, ARtistico ecc.
In poche parole sarebbe:
5-11 anni Scuola elementare
11-15 anni diciamo ... Scuola primaria superiore
15-18 anni Scuole secondaria superiore

Di certo sarebbe già meglio di come è posto al momento il sistema scolastico italiano!!!
_________________
L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-05-2005 14:32  
quote:
In data 2005-05-26 14:26, denisuccia scrive:
In poche parole sarebbe:
5-11 anni Scuola elementare
11-15 anni diciamo ... Scuola primaria superiore
15-18 anni Scuole secondaria superiore

Di certo sarebbe già meglio di come è posto al momento il sistema scolastico italiano!!!


per alcune materie secondo me la cosa non è fattibile

storia ad esempio
al liceo si riprende lo studio degli antichi
ma questo non potrebbe essere fatto perchè dovresti far iniziare uno studente di 11 anni per forza dalla storia antica ma senza gli approfondimenti che possono essere compresi da un ragazzo di 14 - 15 anni
_________________
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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 26-05-2005 15:16  
Non so cosa voleva intendere karlmarx87, però io davo sottointeso che le materie vadano fatte e verificate le conoscienze.
I compiti in classe e le interrogazioni rimangono e non ci sono dubbi, però qualche ora di spiegazione (ripeto, dovuta nella maggior parte dei casi a professori incapaci che purtroppo sono una "razza" in espansione) potrebbe essere tranquillamente trascurabile e facoltativa.
Della serie "se tanto la spiegazione non la seguirò perchè non mi interessa e il prof non la sa rendere interessante, che ci sto a fare qui a scaldare la sedia?"
Naturalmente poi uno fa il compito e l'interrogazione e dopo si prende le sue responsabilità!
So che ci sono molti aspetti da considerare e che questa è una proposta sicuramente inattuabile a breve, però potrebbe avere risvolti interessanti.
_________________
Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

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Ascanio

Reg.: 26 Gen 2004
Messaggi: 1277
Da: Arosio (CO)
Inviato: 26-05-2005 21:47  
quote:
In data 2005-05-26 15:16, DottorDio scrive:
Non so cosa voleva intendere karlmarx87, però io davo sottointeso che le materie vadano fatte e verificate le conoscienze.
I compiti in classe e le interrogazioni rimangono e non ci sono dubbi, però qualche ora di spiegazione (ripeto, dovuta nella maggior parte dei casi a professori incapaci che purtroppo sono una "razza" in espansione) potrebbe essere tranquillamente trascurabile e facoltativa.
Della serie "se tanto la spiegazione non la seguirò perchè non mi interessa e il prof non la sa rendere interessante, che ci sto a fare qui a scaldare la sedia?"
Naturalmente poi uno fa il compito e l'interrogazione e dopo si prende le sue responsabilità!
So che ci sono molti aspetti da considerare e che questa è una proposta sicuramente inattuabile a breve, però potrebbe avere risvolti interessanti.



Secondo me attuando la possibilità di saltare alcune lezioni si crea un clima da cazzeggio, della serie: non ho voglia di seguire, vado in corridoio a chiaccherare.
Non credo che possa giovare alla scuola!
_________________
LEG XIIII GEMINA MARTIA VICTRIX

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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 26-05-2005 22:11  
quote:
In data 2005-05-26 21:47, Ascanio scrive:
Secondo me attuando la possibilità di saltare alcune lezioni si crea un clima da cazzeggio, della serie: non ho voglia di seguire, vado in corridoio a chiaccherare.
Non credo che possa giovare alla scuola!



esatto, stavo per scriverlo io ma poi ho trovato il tuo commento. ebbene signori e signore, è così. inutile negarlo e poi ditemi, qualora ci fossero ore "seguibili" e altri no, nelle ore buche che si fa?
voglio dire a scuola c'è un orario
1° storia
2° matematica
3° ed.fisica
4° matematica
5° letteratura
6° fisica

facciamo finta che storia, letteratura ed educazione fiscia sono "saltabili" e che quindi lo studente segue matematica e fisica...con un orario come questo (perchè certo l'orario nn può cambiare per ogni singolo studente che decide di seguire quella o questa lezione), dicevo, con un orario come questo ci sono 2 ore buche di 1 ora circa...lo studente cosa dovrebbe fare? di certo non può tornare a casa ogni volta perchè sarebbe perdita di tempo (e qui si vuole evitare proprio questo, no?), allora la soluzione sarebbe quella di studiare a scuola. problemi: dove si dovrebbe studiare? la scuola ha aule studio? se anche altri studenti avessero avuto la stessa idea, dove trovare posto? ammesso che si aspetti, finisce l'ora. e poi in un'ora scarsa con queste condizioni, si studia davvero? pffff

_________________
La teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non si sa il perchè. In ogni caso si finisce sempre a coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perchè.

[ Questo messaggio è stato modificato da: mulaky il 26-05-2005 alle 22:12 ]

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 27-05-2005 00:12  
quote:
In data 2005-05-26 22:11, mulaky scrive:
quote:
In data 2005-05-26 21:47, Ascanio scrive:
Secondo me attuando la possibilità di saltare alcune lezioni si crea un clima da cazzeggio, della serie: non ho voglia di seguire, vado in corridoio a chiaccherare.
Non credo che possa giovare alla scuola!



esatto, stavo per scriverlo io ma poi ho trovato il tuo commento. ebbene signori e signore, è così. inutile negarlo e poi ditemi, qualora ci fossero ore "seguibili" e altri no, nelle ore buche che si fa?
voglio dire a scuola c'è un orario
1° storia
2° matematica
3° ed.fisica
4° matematica
5° letteratura
6° fisica

facciamo finta che storia, letteratura ed educazione fiscia sono "saltabili" e che quindi lo studente segue matematica e fisica...con un orario come questo (perchè certo l'orario nn può cambiare per ogni singolo studente che decide di seguire quella o questa lezione), dicevo, con un orario come questo ci sono 2 ore buche di 1 ora circa...lo studente cosa dovrebbe fare? di certo non può tornare a casa ogni volta perchè sarebbe perdita di tempo (e qui si vuole evitare proprio questo, no?), allora la soluzione sarebbe quella di studiare a scuola. problemi: dove si dovrebbe studiare? la scuola ha aule studio? se anche altri studenti avessero avuto la stessa idea, dove trovare posto? ammesso che si aspetti, finisce l'ora. e poi in un'ora scarsa con queste condizioni, si studia davvero? pffff

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La teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non si sa il perchè. In ogni caso si finisce sempre a coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perchè.

[ Questo messaggio è stato modificato da: mulaky il 26-05-2005 alle 22:12 ]


Il ragionamento fila e l'obbiezione è saggia, però se non sbaglio all'università in molte facoltà ci sono le ore facoltative e se uno non le fa? Che fa?
Si potrebbe porre la stessa domanda che ponete per le superiori.
Sono consapevole del fatto che nella società di oggi non sia attuabile questa proposta di ore facoltative anche alle superiori per via dell'imaturità dei ragazzi, però potrebbe essere una cosa introducibile piano piano e abituando la gente a una certa mentalità.
In un futuro non troppo imminente penso che possa essere proponibile una cosa del genere se introdotta gradualmente e con giudizio.
Io lo vedo col mio fratello all'università: lui fa una facoltà dove quasi tutte le lezioni sono facoltative però raramente le salta per paura delle conseguenze che ne deriverebbero sull'esito degli esami.
Così potrebbe essere in piccola parte alle superiori.
Non mi sembra di una cosa così utopistica e irrealizzabile
_________________
Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 27-05-2005 00:13  
quote:
In data 2005-05-26 22:11, mulaky scrive:
quote:
In data 2005-05-26 21:47, Ascanio scrive:
Secondo me attuando la possibilità di saltare alcune lezioni si crea un clima da cazzeggio, della serie: non ho voglia di seguire, vado in corridoio a chiaccherare.
Non credo che possa giovare alla scuola!



esatto, stavo per scriverlo io ma poi ho trovato il tuo commento. ebbene signori e signore, è così. inutile negarlo e poi ditemi, qualora ci fossero ore "seguibili" e altri no, nelle ore buche che si fa?
voglio dire a scuola c'è un orario
1° storia
2° matematica
3° ed.fisica
4° matematica
5° letteratura
6° fisica

facciamo finta che storia, letteratura ed educazione fiscia sono "saltabili" e che quindi lo studente segue matematica e fisica...con un orario come questo (perchè certo l'orario nn può cambiare per ogni singolo studente che decide di seguire quella o questa lezione), dicevo, con un orario come questo ci sono 2 ore buche di 1 ora circa...lo studente cosa dovrebbe fare? di certo non può tornare a casa ogni volta perchè sarebbe perdita di tempo (e qui si vuole evitare proprio questo, no?), allora la soluzione sarebbe quella di studiare a scuola. problemi: dove si dovrebbe studiare? la scuola ha aule studio? se anche altri studenti avessero avuto la stessa idea, dove trovare posto? ammesso che si aspetti, finisce l'ora. e poi in un'ora scarsa con queste condizioni, si studia davvero? pffff

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La teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non si sa il perchè. In ogni caso si finisce sempre a coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perchè.

[ Questo messaggio è stato modificato da: mulaky il 26-05-2005 alle 22:12 ]


Il ragionamento fila e l'obbiezione è saggia, però se non sbaglio all'università in molte facoltà ci sono le ore facoltative e se uno non le fa? Che fa?
Si potrebbe porre la stessa domanda che ponete per le superiori.
Sono consapevole del fatto che nella società di oggi non sia attuabile questa proposta di ore facoltative anche alle superiori per via dell'imaturità dei ragazzi, però potrebbe essere una cosa introducibile piano piano e abituando la gente a una certa mentalità.
In un futuro non troppo imminente penso che possa essere proponibile una cosa del genere se introdotta gradualmente e con giudizio.
Io lo vedo col mio fratello all'università: lui fa una facoltà dove quasi tutte le lezioni sono facoltative però raramente le salta per paura delle conseguenze che ne deriverebbero sull'esito degli esami.
Così potrebbe essere in piccola parte alle superiori.
Non mi sembra di una cosa così utopistica e irrealizzabile
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Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 27-05-2005 00:27  
quote:
In data 2005-05-27 00:13, DottorDio scrive:
Il ragionamento fila e l'obbiezione è saggia, però se non sbaglio all'università in molte facoltà ci sono le ore facoltative e se uno non le fa? Che fa?
Si potrebbe porre la stessa domanda che ponete per le superiori.
Sono consapevole del fatto che nella società di oggi non sia attuabile questa proposta di ore facoltative anche alle superiori per via dell'imaturità dei ragazzi, però potrebbe essere una cosa introducibile piano piano e abituando la gente a una certa mentalità.
In un futuro non troppo imminente penso che possa essere proponibile una cosa del genere se introdotta gradualmente e con giudizio.
Io lo vedo col mio fratello all'università: lui fa una facoltà dove quasi tutte le lezioni sono facoltative però raramente le salta per paura delle conseguenze che ne deriverebbero sull'esito degli esami.
Così potrebbe essere in piccola parte alle superiori.
Non mi sembra di una cosa così utopistica e irrealizzabile


Sì,ma un conto è la maturità e il giudizio che può possedere un ragazzo di vent'anni e più...
un'altra cosa è la maturità che invece può avere un diciassettenne o un sedicenne...non c'è nulla da fare,il modo con cui viene affrontata l'università non può essere paragonato alle superiori,sono due cose ben distinte nate entrambe per rispondere alle esigenze di ragazzi adulti da un lato,e di adolescenti dall'altro.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 27-05-2005 09:35  
di Enzo Martinelli -L’Italia è un popolo di poeti, santi e navigatori, ma ora si avvia ad essere anche un popolo di comunicatori. Sono infatti più di 50 mila i giovani che frequentano in Italia i corsi di laurea in scienze della Comunicazione, una facoltà giovane, che ha avuto grande successo soprattutto nelle facoltà del Mezzogiorno. Nell’ateneo di Catania gli studenti che nell’anno accademico 2004/05 hanno scelto la facoltà sono 1238, più del doppio di quelli dell’Università degli Studi di Milano (589), quattro volte quelli di Bologna (340) e Torino (334). Quest’ultime due università hanno a scienze delle comunicazioni minor utenze di Messina e Bari e la pareggiano con Palermo. Complessivamente in Italia quest’anno gli studenti immatricolati a scienze delle comunicazioni sono stati 15.000 a fronte di appena 4.000 giovani che si sono iscritti a fisica e matematica. Sarà bene che la politica concentri su questi dati più attenzione perché dentro le università si sviluppa il capitale umano che può interrompere il rallentamento dello sviluppo registrato nel nostro Paese negli ultimi due decenni.

L’industria richiede infatti ricercatori ed innovatori a un’università che ha nelle facoltà scientifiche e tecniche un numero di studenti percentualmente molto meno numeroso di quello registrato nelle università straniere. Senza studenti e ricercatori nel campo scientifico difficilmente si affrontano le sfide del mercato globale. Per altro il numero delle grandi aziende italiane è diminuito notevolmente, il loro fatturato è sceso di oltre il 6% dell’intero aggregato europeo con la conseguenza che dedicano alla ricerca una quota di risorse che è la metà di quelle delle imprese concorrenti straniere.

Dunque poca ricerca privata, poca ricerca pubblica ma in compenso tanti comunicatori. Di cosa? Diranno che la liberalizzazione delle importazioni dalla Cina non consentirà all’Italia di restare attaccata al tessile, all’abbigliamento e al cuoio. Comunicheranno che il nostro debito pubblico rappresentava il 57,4% del Pil nel 1975 e ora è al 106%. Diranno che l’industria paga in Italia l’energia il doppio delle aziende inglesi ed un quarto in più di quelle francesi perché noi siamo contrari al nucleare. Che il fisco è molto pesante anche perché deve mantenere facoltà accademiche per far laureare studenti destinati ad essere disoccupati a vita e perpetuare la tradizione del Paese dei santi, poeti e...navigatori, soprattutto nel sud d’Italia.

---------

non seguo + questa diatriba da molto tempo.. ma non sarebbe utile per lo stato cercare di favorire le facoltà scientifiche? Ovvero concedere agevolazioni maggiori a Matematici, fisici e ingegneri rispetto alle facoltà umanistiche?
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 27-05-2005 11:48  
quote:
In data 2005-05-27 09:35, ipergiorg scrive:
di Enzo Martinelli -L’Italia è un popolo di poeti, santi e navigatori, ma ora si avvia ad essere anche un popolo di comunicatori. Sono infatti più di 50 mila i giovani che frequentano in Italia i corsi di laurea in scienze della Comunicazione, una facoltà giovane, che ha avuto grande successo soprattutto nelle facoltà del Mezzogiorno. Nell’ateneo di Catania gli studenti che nell’anno accademico 2004/05 hanno scelto la facoltà sono 1238, più del doppio di quelli dell’Università degli Studi di Milano (589), quattro volte quelli di Bologna (340) e Torino (334). Quest’ultime due università hanno a scienze delle comunicazioni minor utenze di Messina e Bari e la pareggiano con Palermo. Complessivamente in Italia quest’anno gli studenti immatricolati a scienze delle comunicazioni sono stati 15.000 a fronte di appena 4.000 giovani che si sono iscritti a fisica e matematica. Sarà bene che la politica concentri su questi dati più attenzione perché dentro le università si sviluppa il capitale umano che può interrompere il rallentamento dello sviluppo registrato nel nostro Paese negli ultimi due decenni.

L’industria richiede infatti ricercatori ed innovatori a un’università che ha nelle facoltà scientifiche e tecniche un numero di studenti percentualmente molto meno numeroso di quello registrato nelle università straniere. Senza studenti e ricercatori nel campo scientifico difficilmente si affrontano le sfide del mercato globale. Per altro il numero delle grandi aziende italiane è diminuito notevolmente, il loro fatturato è sceso di oltre il 6% dell’intero aggregato europeo con la conseguenza che dedicano alla ricerca una quota di risorse che è la metà di quelle delle imprese concorrenti straniere.

Dunque poca ricerca privata, poca ricerca pubblica ma in compenso tanti comunicatori. Di cosa? Diranno che la liberalizzazione delle importazioni dalla Cina non consentirà all’Italia di restare attaccata al tessile, all’abbigliamento e al cuoio. Comunicheranno che il nostro debito pubblico rappresentava il 57,4% del Pil nel 1975 e ora è al 106%. Diranno che l’industria paga in Italia l’energia il doppio delle aziende inglesi ed un quarto in più di quelle francesi perché noi siamo contrari al nucleare. Che il fisco è molto pesante anche perché deve mantenere facoltà accademiche per far laureare studenti destinati ad essere disoccupati a vita e perpetuare la tradizione del Paese dei santi, poeti e...navigatori, soprattutto nel sud d’Italia.

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non seguo + questa diatriba da molto tempo.. ma non sarebbe utile per lo stato cercare di favorire le facoltà scientifiche? Ovvero concedere agevolazioni maggiori a Matematici, fisici e ingegneri rispetto alle facoltà umanistiche?



Straquoto!
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