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Oggi ho visto... - Agenda dei filmz 8 |
Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 21-03-2008 16:45 |
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Non ho sparato "merda " su MARE DENTRO, ho solo espresso la mia opinione nello stile tipico di questo topic,cioè quello aforistico-sentenzioso.
Ho risposto al quote non tanto sullo sparati, quanto perchè sapevo bene che saresti stata la prima a replicare....
Ciò detto, astenendomi da considerazioni specificatamente cinematografiche perchè da quel punto di vista poco o nulla mi è rimasto del film, accennerò invece alla rappresentazione che in esso viene data (psicologicamente e non solo ) di un'invalidità grave....
L'unico e assoluto punto di vista è quello opprimente e oppresso di bardem, un sognatore amante della vita che si ritrova di punto in bianco a dover rinegoziare la propria vita, bloccato com'è in un letto..
I familiari e gli amici sono straniti, fuori fase, incapaci d'affrontare la situazione ... lo ricoprono di premure e d'attenzioni mentre Bardem incapace di farsene una ragione, deplora lamentevolmente la miseria del proprio stato, riversando sugli improvvisati infermieri le proprie frustrazioni, i propri dolori... e nei sogni si lascia pateticamente andare a sogni di libertà mentre nella vita di tutti i giorni tutto ciò che fa è incatenare sè stesso e coloro che gli stanno accanto al cilicio della propria condizione.
Senonchè preso da un soprassalto di altruismo/egoismo, decide arbitrariamente di togliersi la vita, decidendo se non ricordo male di incidere anche un nastro della cosa.
Bene. Tutto ciò come ce lo mostra Amenabar ?
Il suo occhio lo si vede sin da subito è profondamente estraneo a ciò che si trova a raccontare.. gli interessa solamente indagare come farà poi malamente il dilemma etico dell'eutanasia... da ciò ne esce un film profondamente inautentico, grondante ignorante compassione(volezza ).Bardem è seguito in ogni momento, è il Cristo nuovo crocifisso nel giaciglio della propria immobilità, quello da comprendere e insieme temere, da biasimare e compatire insieme, come se la disabilità portasse automaticamente fuori dal consesso sociale (ricordate la burbera scrontosità del personaggio e capirete cosa intendo ). La scena del prelato in carrozzella, poi è da istantanea fucilazione.Amenabar fa corrispondere a una settaria divisione dello spazio scenico (cima delle scale bardem/piedi delle scale prete che non può salire ) una sottile divisione culturale: l'incomunicabilità dei due soggetti sancisce l'alterità unità degli stessi rispetto alla società dei normali, che quelle scale le può valicare.
Il finale poi, dove la morte di bardem è inchiodata in diretta da impietosi primi piani, si trasfigura naturalmente in momento analogo alla Passione di Cristo rovesciata, laddove egli ha salvato l'umanità, bardem salverebbe se stesso dalle sofferemnze e gli altri dal peso della sopportazione.
Questa è una visione limitante e stereotipata al massimo del fenomeno in questione e aver giocato in questo modo con un simile tema denota quantomeno molta ignoranza.
Io odio essere ripetitivo, ma guardatevi ELEPHANT MAN, per favore. Che poi ci sputerete su questa merda.
Ecco, silvia, ora l'ho detto veramente.
_________________ Silencio... |
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Mayapan
Reg.: 17 Nov 2006 Messaggi: 932 Da: milano (MI)
| Inviato: 21-03-2008 16:50 |
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quote: In data 2008-03-21 11:47, Nietzsche scrive:
quote: In data 2008-03-21 00:27, Mayapan scrive:
Mare dentro. complimenti ad Amenabar, ottimo film
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ah uno dei miei film preferiti.
se non l hai ancora visto, guarda lo scafandro e la farfalla, speculare a mare dentro, eccezionale anche quello!
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Si l’ho già visto, sono d’accordo. Ho visto mare dentro proprio per poterlo confrontare con lo scafandro e la farfalla
_________________ [ ...il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani ] |
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pkdick
Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 21-03-2008 18:38 |
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quote: In data 2008-03-21 13:39, alessio984 scrive:
quote: In data 2008-03-21 13:12, pkdick scrive:
(fade to black&white version)
| cioè?
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è una versione alternativa uscita successivamente, una specie di director's cut, praticamente nell'ultima parte il film inizia a decolorarsi gradualmente fino al bianco e nero. credo stia ad evidenziare il contrasto tra peccato e purezza, boh. comunque ho comprato un cofanetto inglese della trilogia e per lady vendetta c'è questa versione qua.
_________________ Quattro galìne dodicimila |
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pkdick
Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 21-03-2008 18:46 |
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confessioni di una mente pericolosa - george clooney
good night, and good luck - george clooney
_________________ Quattro galìne dodicimila |
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eltonjohn
Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 21-03-2008 19:36 |
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Stasera finalmente mi vedrò La promessa dell'assassino, poi commenterò...
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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Hegel77
Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-03-2008 20:18 |
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quote: In data 2008-03-21 16:45, Fakuser scrive:
Non ho sparato "merda " su MARE DENTRO, ho solo espresso la mia opinione nello stile tipico di questo topic,cioè quello aforistico-sentenzioso.
Ho risposto al quote non tanto sullo sparati, quanto perchè sapevo bene che saresti stata la prima a replicare....
Ciò detto, astenendomi da considerazioni specificatamente cinematografiche perchè da quel punto di vista poco o nulla mi è rimasto del film, accennerò invece alla rappresentazione che in esso viene data (psicologicamente e non solo ) di un'invalidità grave....
L'unico e assoluto punto di vista è quello opprimente e oppresso di bardem, un sognatore amante della vita che si ritrova di punto in bianco a dover rinegoziare la propria vita, bloccato com'è in un letto..
I familiari e gli amici sono straniti, fuori fase, incapaci d'affrontare la situazione ... lo ricoprono di premure e d'attenzioni mentre Bardem incapace di farsene una ragione, deplora lamentevolmente la miseria del proprio stato, riversando sugli improvvisati infermieri le proprie frustrazioni, i propri dolori... e nei sogni si lascia pateticamente andare a sogni di libertà mentre nella vita di tutti i giorni tutto ciò che fa è incatenare sè stesso e coloro che gli stanno accanto al cilicio della propria condizione.
Senonchè preso da un soprassalto di altruismo/egoismo, decide arbitrariamente di togliersi la vita, decidendo se non ricordo male di incidere anche un nastro della cosa.
Bene. Tutto ciò come ce lo mostra Amenabar ?
Il suo occhio lo si vede sin da subito è profondamente estraneo a ciò che si trova a raccontare.. gli interessa solamente indagare come farà poi malamente il dilemma etico dell'eutanasia... da ciò ne esce un film profondamente inautentico, grondante ignorante compassione(volezza ).Bardem è seguito in ogni momento, è il Cristo nuovo crocifisso nel giaciglio della propria immobilità, quello da comprendere e insieme temere, da biasimare e compatire insieme, come se la disabilità portasse automaticamente fuori dal consesso sociale (ricordate la burbera scrontosità del personaggio e capirete cosa intendo ). La scena del prelato in carrozzella, poi è da istantanea fucilazione.Amenabar fa corrispondere a una settaria divisione dello spazio scenico (cima delle scale bardem/piedi delle scale prete che non può salire ) una sottile divisione culturale: l'incomunicabilità dei due soggetti sancisce l'alterità unità degli stessi rispetto alla società dei normali, che quelle scale le può valicare.
Il finale poi, dove la morte di bardem è inchiodata in diretta da impietosi primi piani, si trasfigura naturalmente in momento analogo alla Passione di Cristo rovesciata, laddove egli ha salvato l'umanità, bardem salverebbe se stesso dalle sofferemnze e gli altri dal peso della sopportazione.
Questa è una visione limitante e stereotipata al massimo del fenomeno in questione e aver giocato in questo modo con un simile tema denota quantomeno molta ignoranza.
Io odio essere ripetitivo, ma guardatevi ELEPHANT MAN, per favore. Che poi ci sputerete su questa merda.
Ecco, silvia, ora l'ho detto veramente.
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Scusa se sono franco: ma non capisci un cazzo di cinema, siceramente.
L'accostamento The Elephant Man con Mare dentro (due film eccezionali) dimostra una distorsione mentale prossima a quella di un carciofo
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 21-03-2008 20:21 |
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quote: In data 2008-03-21 20:18, Hegel77 scrive:
quote: In data 2008-03-21 16:45, Fakuser scrive:
Non ho sparato "merda " su MARE DENTRO, ho solo espresso la mia opinione nello stile tipico di questo topic,cioè quello aforistico-sentenzioso.
Ho risposto al quote non tanto sullo sparati, quanto perchè sapevo bene che saresti stata la prima a replicare....
Ciò detto, astenendomi da considerazioni specificatamente cinematografiche perchè da quel punto di vista poco o nulla mi è rimasto del film, accennerò invece alla rappresentazione che in esso viene data (psicologicamente e non solo ) di un'invalidità grave....
L'unico e assoluto punto di vista è quello opprimente e oppresso di bardem, un sognatore amante della vita che si ritrova di punto in bianco a dover rinegoziare la propria vita, bloccato com'è in un letto..
I familiari e gli amici sono straniti, fuori fase, incapaci d'affrontare la situazione ... lo ricoprono di premure e d'attenzioni mentre Bardem incapace di farsene una ragione, deplora lamentevolmente la miseria del proprio stato, riversando sugli improvvisati infermieri le proprie frustrazioni, i propri dolori... e nei sogni si lascia pateticamente andare a sogni di libertà mentre nella vita di tutti i giorni tutto ciò che fa è incatenare sè stesso e coloro che gli stanno accanto al cilicio della propria condizione.
Senonchè preso da un soprassalto di altruismo/egoismo, decide arbitrariamente di togliersi la vita, decidendo se non ricordo male di incidere anche un nastro della cosa.
Bene. Tutto ciò come ce lo mostra Amenabar ?
Il suo occhio lo si vede sin da subito è profondamente estraneo a ciò che si trova a raccontare.. gli interessa solamente indagare come farà poi malamente il dilemma etico dell'eutanasia... da ciò ne esce un film profondamente inautentico, grondante ignorante compassione(volezza ).Bardem è seguito in ogni momento, è il Cristo nuovo crocifisso nel giaciglio della propria immobilità, quello da comprendere e insieme temere, da biasimare e compatire insieme, come se la disabilità portasse automaticamente fuori dal consesso sociale (ricordate la burbera scrontosità del personaggio e capirete cosa intendo ). La scena del prelato in carrozzella, poi è da istantanea fucilazione.Amenabar fa corrispondere a una settaria divisione dello spazio scenico (cima delle scale bardem/piedi delle scale prete che non può salire ) una sottile divisione culturale: l'incomunicabilità dei due soggetti sancisce l'alterità unità degli stessi rispetto alla società dei normali, che quelle scale le può valicare.
Il finale poi, dove la morte di bardem è inchiodata in diretta da impietosi primi piani, si trasfigura naturalmente in momento analogo alla Passione di Cristo rovesciata, laddove egli ha salvato l'umanità, bardem salverebbe se stesso dalle sofferemnze e gli altri dal peso della sopportazione.
Questa è una visione limitante e stereotipata al massimo del fenomeno in questione e aver giocato in questo modo con un simile tema denota quantomeno molta ignoranza.
Io odio essere ripetitivo, ma guardatevi ELEPHANT MAN, per favore. Che poi ci sputerete su questa merda.
Ecco, silvia, ora l'ho detto veramente.
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Scusa se sono franco: ma non capisci un cazzo di cinema, siceramente.
L'accostamento The Elephant Man con Mare dentro (due film eccezionali) dimostra una distorsione mentale prossima a quella di un carciofo
| infatti io non parlavo di cinema,coglione. leggi meglio.
_________________ Silencio... |
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Hegel77
Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-03-2008 20:24 |
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quote: In data 2008-03-21 20:21, Fakuser scrive:
quote: In data 2008-03-21 20:18, Hegel77 scrive:
quote: In data 2008-03-21 16:45, Fakuser scrive:
Non ho sparato "merda " su MARE DENTRO, ho solo espresso la mia opinione nello stile tipico di questo topic,cioè quello aforistico-sentenzioso.
Ho risposto al quote non tanto sullo sparati, quanto perchè sapevo bene che saresti stata la prima a replicare....
Ciò detto, astenendomi da considerazioni specificatamente cinematografiche perchè da quel punto di vista poco o nulla mi è rimasto del film, accennerò invece alla rappresentazione che in esso viene data (psicologicamente e non solo ) di un'invalidità grave....
L'unico e assoluto punto di vista è quello opprimente e oppresso di bardem, un sognatore amante della vita che si ritrova di punto in bianco a dover rinegoziare la propria vita, bloccato com'è in un letto..
I familiari e gli amici sono straniti, fuori fase, incapaci d'affrontare la situazione ... lo ricoprono di premure e d'attenzioni mentre Bardem incapace di farsene una ragione, deplora lamentevolmente la miseria del proprio stato, riversando sugli improvvisati infermieri le proprie frustrazioni, i propri dolori... e nei sogni si lascia pateticamente andare a sogni di libertà mentre nella vita di tutti i giorni tutto ciò che fa è incatenare sè stesso e coloro che gli stanno accanto al cilicio della propria condizione.
Senonchè preso da un soprassalto di altruismo/egoismo, decide arbitrariamente di togliersi la vita, decidendo se non ricordo male di incidere anche un nastro della cosa.
Bene. Tutto ciò come ce lo mostra Amenabar ?
Il suo occhio lo si vede sin da subito è profondamente estraneo a ciò che si trova a raccontare.. gli interessa solamente indagare come farà poi malamente il dilemma etico dell'eutanasia... da ciò ne esce un film profondamente inautentico, grondante ignorante compassione(volezza ).Bardem è seguito in ogni momento, è il Cristo nuovo crocifisso nel giaciglio della propria immobilità, quello da comprendere e insieme temere, da biasimare e compatire insieme, come se la disabilità portasse automaticamente fuori dal consesso sociale (ricordate la burbera scrontosità del personaggio e capirete cosa intendo ). La scena del prelato in carrozzella, poi è da istantanea fucilazione.Amenabar fa corrispondere a una settaria divisione dello spazio scenico (cima delle scale bardem/piedi delle scale prete che non può salire ) una sottile divisione culturale: l'incomunicabilità dei due soggetti sancisce l'alterità unità degli stessi rispetto alla società dei normali, che quelle scale le può valicare.
Il finale poi, dove la morte di bardem è inchiodata in diretta da impietosi primi piani, si trasfigura naturalmente in momento analogo alla Passione di Cristo rovesciata, laddove egli ha salvato l'umanità, bardem salverebbe se stesso dalle sofferemnze e gli altri dal peso della sopportazione.
Questa è una visione limitante e stereotipata al massimo del fenomeno in questione e aver giocato in questo modo con un simile tema denota quantomeno molta ignoranza.
Io odio essere ripetitivo, ma guardatevi ELEPHANT MAN, per favore. Che poi ci sputerete su questa merda.
Ecco, silvia, ora l'ho detto veramente.
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Scusa se sono franco: ma non capisci un cazzo di cinema, siceramente.
L'accostamento The Elephant Man con Mare dentro (due film eccezionali) dimostra una distorsione mentale prossima a quella di un carciofo
| infatti io non parlavo di cinema,coglione. leggi meglio.
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Si in effetti parli di tutto fuorchè di cinema.
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 21-03-2008 20:27 |
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quote: In data 2008-03-21 20:24, Hegel77 scrive:
quote: In data 2008-03-21 20:21, Fakuser scrive:
quote: In data 2008-03-21 20:18, Hegel77 scrive:
quote: In data 2008-03-21 16:45, Fakuser scrive:
Non ho sparato "merda " su MARE DENTRO, ho solo espresso la mia opinione nello stile tipico di questo topic,cioè quello aforistico-sentenzioso.
Ho risposto al quote non tanto sullo sparati, quanto perchè sapevo bene che saresti stata la prima a replicare....
Ciò detto, astenendomi da considerazioni specificatamente cinematografiche perchè da quel punto di vista poco o nulla mi è rimasto del film, accennerò invece alla rappresentazione che in esso viene data (psicologicamente e non solo ) di un'invalidità grave....
L'unico e assoluto punto di vista è quello opprimente e oppresso di bardem, un sognatore amante della vita che si ritrova di punto in bianco a dover rinegoziare la propria vita, bloccato com'è in un letto..
I familiari e gli amici sono straniti, fuori fase, incapaci d'affrontare la situazione ... lo ricoprono di premure e d'attenzioni mentre Bardem incapace di farsene una ragione, deplora lamentevolmente la miseria del proprio stato, riversando sugli improvvisati infermieri le proprie frustrazioni, i propri dolori... e nei sogni si lascia pateticamente andare a sogni di libertà mentre nella vita di tutti i giorni tutto ciò che fa è incatenare sè stesso e coloro che gli stanno accanto al cilicio della propria condizione.
Senonchè preso da un soprassalto di altruismo/egoismo, decide arbitrariamente di togliersi la vita, decidendo se non ricordo male di incidere anche un nastro della cosa.
Bene. Tutto ciò come ce lo mostra Amenabar ?
Il suo occhio lo si vede sin da subito è profondamente estraneo a ciò che si trova a raccontare.. gli interessa solamente indagare come farà poi malamente il dilemma etico dell'eutanasia... da ciò ne esce un film profondamente inautentico, grondante ignorante compassione(volezza ).Bardem è seguito in ogni momento, è il Cristo nuovo crocifisso nel giaciglio della propria immobilità, quello da comprendere e insieme temere, da biasimare e compatire insieme, come se la disabilità portasse automaticamente fuori dal consesso sociale (ricordate la burbera scrontosità del personaggio e capirete cosa intendo ). La scena del prelato in carrozzella, poi è da istantanea fucilazione.Amenabar fa corrispondere a una settaria divisione dello spazio scenico (cima delle scale bardem/piedi delle scale prete che non può salire ) una sottile divisione culturale: l'incomunicabilità dei due soggetti sancisce l'alterità unità degli stessi rispetto alla società dei normali, che quelle scale le può valicare.
Il finale poi, dove la morte di bardem è inchiodata in diretta da impietosi primi piani, si trasfigura naturalmente in momento analogo alla Passione di Cristo rovesciata, laddove egli ha salvato l'umanità, bardem salverebbe se stesso dalle sofferemnze e gli altri dal peso della sopportazione.
Questa è una visione limitante e stereotipata al massimo del fenomeno in questione e aver giocato in questo modo con un simile tema denota quantomeno molta ignoranza.
Io odio essere ripetitivo, ma guardatevi ELEPHANT MAN, per favore. Che poi ci sputerete su questa merda.
Ecco, silvia, ora l'ho detto veramente.
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Scusa se sono franco: ma non capisci un cazzo di cinema, siceramente.
L'accostamento The Elephant Man con Mare dentro (due film eccezionali) dimostra una distorsione mentale prossima a quella di un carciofo
| infatti io non parlavo di cinema,coglione. leggi meglio.
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Si in effetti parli di tutto fuorchè di cinema.
| pensa quel cazzo che ti pare.
intanto rimani solo uno sfigato che si sfoga su internet perchè non ha nessuno che gliela dà (però, considerando la qualità dei tuoi interventi, è più probabile che ti manchi il pene, in tutti i sensi......
_________________ Silencio... |
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oronzocana
Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 21-03-2008 20:45 |
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quote: In data 2008-03-21 20:18, Hegel77 scrive:
dimostra una distorsione mentale prossima a quella di un carciofo
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ahahahahah... questa mi ha fatto ridere.
_________________ Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Blog |
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TesPatton
Reg.: 09 Giu 2004 Messaggi: 7745 Da: Pn (PN)
| Inviato: 21-03-2008 23:05 |
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Il Mare Dentro non l'ho mai visto ma mi incuriosisce. Per chi ha visto sia Son Frère che Il Mare Dentro, mi potrebbe dire se in qualche modo i due film si possano equiparare?
_________________ Spegni la candela, non voglio vedere il colore dei miei pensieri. |
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Hegel77
Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-03-2008 23:17 |
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Ho visto solo Mare Dentro e ti posso dire che ho trovato delle affinità con Lo Scafandro e La Farfalla.
Il film è liberamnete tratto dal libro Lettere dall'inferno di Ramon Sampedro e poggia la sua grande forza nel ribadire il rispetto della dignità del proprio corpo e il principio della auto determinazione di un ammalato che si vede privato di ogni tipo di intimità e libertà.
Un film che ti fa volare (letteralmente) sulle note della Turandot di Puccini e che ti fa rispettare la coraggiosa scelta di morte di Ramon Sampedro.
Il tutto condito con battute autoironiche e stoccate alle autorità cattoliche e giuridiche di grande risonanza civile.
Questo film fa discutere sulla eutanasia senza impeti emotivi o pregiudizi morali, ma semplicemente con la forza della ragione.
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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eltonjohn
Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 21-03-2008 23:26 |
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quote: In data 2008-03-21 19:36, eltonjohn scrive:
Stasera finalmente mi vedrò La promessa dell'assassino, poi commenterò...
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Visto, non male ma...
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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Jerry88
Reg.: 12 Mar 2007 Messaggi: 2130 Da: L'Aquila (AQ)
| Inviato: 22-03-2008 00:17 |
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Hero - Zhang Yimou
non male, però alcune scene potevano risparmiarsi di farle così lunghe
_________________ Questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavag |
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thetourist
Reg.: 01 Mag 2007 Messaggi: 7007 Da: estero (es)
| Inviato: 22-03-2008 01:24 |
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appena finito di vedere:
"L'amore non va in vacanza"
carino dai, ma "Tutto può succedere" mi piacque molto di più
_________________ Fortunatamente, secondo la moderna astronomia, l'universo è finito: un pensiero consolante per chi, come me, non si ricorda mai dove ha lasciato le cose. |
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