Finalmente maggiorenni
Fin dal prologo, con il Jay interpretato da James Buckley sorpreso a masturbarsi davanti a internet, non si può fare a meno di ricordare "American pie"; anche se, considerando che la storia raccontata riguardi quattro giovani amici in vacanza a Malia e in cerca di fortuna con le ragazze, è più il secondo capitolo della serie che vede protagonisti Jason Biggs e Seann William Scott a tornare alla memoria.
Ma, sebbene, al di là dell’outsider Will, nei cui panni troviamo Simon Bird, sia impossibile non pensare ai personaggi di Kevin e Paul "Pausa merda" Finch dinanzi all’appena lasciato dalla fidanzata Simon alias Joe Thomas e al Neil che, con le fattezze di Blake Harrison, dimostra di avere un certo successo con le donne eccessivamente mature, è in realtà la premiata serie televisiva britannica "The inbetweeners" a rappresentare il punto di partenza del primo lungometraggio cinematografico diretto dallo specialista del piccolo schermo Ben Palmer; intitolato in patria, appunto, "The inbetweeners movie".
Serie che si svolgeva in una periferia qui sostituita con l’ambientazione di villeggiatura, mentre le differenze con la citata saga della torta di mele usata a scopo onanistico vengono testimoniate anche dal fatto che, anziché privilegiare il moderno pop rock, la colonna sonora tenda a sfoggiare recenti successi da discoteca.
Però, tra linguaggio inevitabilmente sboccato e membri maschili mostrati in più occasioni, è in maniera curiosa anche con il contemporaneo e poco conosciuto "Mardi gras - Fuga dal college" di Phil Dornfeld che l’insieme sembra presentare alcune similitudini (in particolar modo, la sequenza in cui viene tirato in ballo un escremento di notevoli dimensioni).
Fino all’immancabile risvolto romantico di circa 100 minuti di visione che, volti a ricordare che si viaggia sempre con noi stessi, ovunque si vada nel mondo, sfruttano uno script – a firma di Iain Morris e Damon Beesley – costruito esclusivamente sulla sequela di gag di cui si ritrova protagonista l’imbranato quartetto.
Con un ritmo generale non sempre convincente (difetto tipico di molti prodotti inglesi di questo tipo) e senza particolari sorprese, ma strappando risate a sufficienza.
La frase:
"Questa è stata la notte più bella della mia vita".
a cura di Francesco Lomuscio
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