Ex Drummer
Reduce dalla partecipazione a numerosi festival cinematografici europei, tra cui la II° edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma, "Ex drummer", da molti definito come il nuovo "Trainspotting" fiammingo, non mancherà certamente di far parlare di sé.
Il regista Koen Mortier porta, infatti, sul grande schermo una pellicola violenta, politicamente scorretta, cinica e imperniata profondamente del male di vivere dei giovani disadattati protagonisti della vicenda.
La storia gira attorno ad un importante festival di musica Rock-Punk e alle vicende personali dei quattro protagonisti. Uno scrittore famoso, Dries, accetta di suonare la batteria nel gruppo rock "The feminists" formato da Koen, violento stupratore che ama malmenare le donne, Ivan, rozzo tossico che finge di essere mezzo sordo, e Jan, omosessuale con un padre malato (tenuto immobilizzato a letto con tanto di camicia di forza) e con un forte complesso materno.
I tre hanno tutti un handicap e lo stesso Dries per poter entrare nella band deve avere una disabilità, così si inventa di non saper suonare la batteria.
Inizia in quel modo per Dries, scrittore dalla vita felice al fianco della sua compagna Lio, un viaggio nel degrado, nella violenza e infelicità proprie del mondo in cui si muovono i tre musicisti, definiti da Dries dei perdenti. Un mondo in cui lo stesso scrittore tesse una trama di falsità e slealtà destinata a creare delle tensioni all’interno del gruppo fino ad un inatteso, quanto drammatico, epilogo.
Tra scene di violenze, perpetuate dagli stessi protagonisti o a loro danno, disperazione, rapporti omosessuali e scene di sesso a tre, si sviluppa una vicenda che ci trasporta nell’abisso più profondo dell’animo umano, il tutto accompagnato, o a volte sarebbe meglio dire sovrastato, continuamente dalla musica.
Mortier descrive con disarmante crudezza una realtà degradata, storie di ordinaria follia e violenza estrema. Una pellicola indicata a chi ama la musica Rock-Punk e non disdice una buona dose di violenza, associata ad un’analisi profonda e cinica di una situazione sociale drammatica e degenerata, un insieme che non mancherà di sconvolgere lo spettatore sin nel profondo.

La frase: "Voglio uscire dal mio mondo felice, calarmi nella profondità della stupidità umana, nella bruttezza dell’essere ottuso, sleale e falso. Comprendere la vita dei perdenti, sapendo di poter tornare indietro, indietro con te".

Erika Melis

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