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Empire II
Amos Poe, personaggio poliedrico con avventurosi trascorsi punk - considerato anticipatore della No Wave che sommuoveva la New York degli anni Settanta, basti pensare allo storico documentario "The Blank Generation" - dirige questo remake in chiave musicale dell'"Empire" di Warhol, che nel lontano 1965 filmò per otto ore consecutive il palazzo dell'Empire State Building dall'osservatorio privilegiato del palazzo del Time Life. Poe qui invece riprende per un intero anno la città di New York da una terrazza e da una finestra, e nel cast annovera principalmente l'Empire e il Chrysler.
È così che i grattacieli della Grande Mela sono chiamati a vivere di vita propria, disegnando il proprio inconfondibile skyline contro il cielo di stagioni diverse, di mesi diversi, di colori diversi. Ci sono notti in cui le sagome familiari degli skyscrapers appaiono volutamente spettrali, mostruose, e giorni chiari in cui si resta affascinati dal gioco della luce sulle innumerevoli vetrate. Si tratta dunque di un'autentica celebrazione dello splendido caos che caratterizza N.Y., ottenuta dosando in egual misura le sue mille luci sfavillanti e le sue ombre più dense e cupe. La camera segue come impazzita il ritmo frenetico della "city that never sleeps", in un montaggio dinamico che tenta in ogni modo di fuggire l'effetto cartolina. E se le suggestioni che New York sa regalare "al naturale" sono amplificate da una colonna sonora d'eccezione come questa, che abbraccia nomi come Patti Smith, B.B. King, Brian Eno, la musica si fonde letteralmente con i suoni della metropoli, seguita e incalzata dalle sirene ululanti delle auto della polizia come da latrati lontani, clacson, frenate - ogni rumore contribuendo a generare e arricchire l'armonia della voce stessa di New York..
Resta però l'insopprimibile dubbio circa il senso che possa avere una simile operazione oggi, quando ciò che quarant'anni fa era avanguardia nel tempo è già stato ampiamente sdoganato e il panorama culturale che ci offre appare ben poco fruibile ad un pubblico propriamente inteso.
Tra le fonti d'ispirazione, comunque, Poe cita la Divina Commedia di Dante Alighieri, "Berlino: Sinfonia di una grande città" di Walter Ruttman e il David di Michelangelo. Tre capolavori, insomma. Più modesto di così...
La frase: "I step up to the microphone and I have no fear."
Domitilla Pirro
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