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El cobrador, in God we trust
La violenza ha sempre un certo appeal sullo schermo, anche quando viene usata per condannarne i meccanismi e l'inutilità. In "El Cobrador" il regista messicano Paul Leduc mostra gli effetti della spirale di violenza che viene innescata dallo scontro tra potere e antagonisti radicali affamati di giustizia sociale. O almeno questo sarebbe l'intento, visto che il potere, rappresentato da un inquietante Peter Fonda, risulta molto più simpatico di rivoluzionari da operetta, brutta copia dei controversi protagonisti di Natural Born Killers di Oliver Stone.
In pratica "El Cobrador" mostra storie parallele di alienazione urbana, in cui scoppi di violenza insensata sono alternati da rapporti personali effimeri e sbrigativi, conditi da un cinismo ed uno spregio per la vita umana estremi. Nessuno è innocente e la vittima come il carnefice, l'oppressore come l'oppresso, sono uniti, quasi abbracciati in una corsa folle verso l'autodistruzione. I due protagonisti potrebbero essere definiti entrambi come serial killer, assassini animati da motivazioni rinchiuse nelle loro teste ma distinti dalla condizioni sociale. Mentre lo sbandato è infatti definito "il folle della colt" il potente diventa una specie di giustiziere del SUV, eliminatore di ispaniche, bersaglio degli strali di molti conservatori negli Stati Uniti. Naturalmente non si può vedere una sola idea veramente nuova in tutto questo, ed il film stesso risulta in definitiva superficiale, schematico e furbesco, proprio per l'uso estetico di quella violenza che cerca di condannare. Gli unici momenti validi, o quanto meno in grado di risvegliare un minimo di interesse, sono affidati a Peter Fonda, che interpreta con grande bravura un personaggio insostenibile fin quasi renderlo simpatico. Intollerabile è invece l'ennesimo richiamo all'attacco terroristico alle Torri Gemelle, ormai diventato evento emblematico del male dell'uomo.
Violenza genera violenza, sembra dire Leduc, e non è niente che non possiamo constatare quotidianamente, dalla semplice lettura dei giornali. Gridare a pieni polmoni che il mondo è cattivo non facilita automaticamente la valutazione di un fenomeno, né la sua comprensione.
La frase: "Una volta ho sparato sulle mani a due bambini di dieci anni. Mi rubavano la merce, e bisogna pure dare un esempio!"
Mauro Corso
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