Dust
Tradotto nella lingua italiana, il titolo della nuova fatica del documentarista tedesco Hartmut Bitomsky significa "Polvere".
Un titolo che promette e mantiene, in quanto, a partire dal fatto che la pellicola cinematografica non è altro che polvere impressa su supporto trasparente, diverse voci narranti non ci parlano altro che di polvere.
Polvere nei cantieri, polvere nella fabbricazione dell'oro, polvere in un'industria abbandonata di Berlino, polvere su una televisione che una casalinga ci spiega come pulire, polvere di uranio impoverito, polvere nel traffico e perfino polvere dispersa durante gli attentati avvenuti l'11 settembre del 2001.
Già dopo circa dieci minuti di visione viene ironicamente da chiedersi quanta polvere (o polverina?) abbia invaso la testa dell'autore per spingerlo perfino a raccontarla attraverso un logorroico documentario in cui le viene conferito un triplice aspetto: filosofico, scientifico e quotidiano.
Un documentario tramite cui apprendiamo che quel misterioso e quasi invisibile corpuscolo che spesso vediamo illuminato da fasci di luce è un residuo che, oltre a non poter essere eliminato, è con ogni probabilità in grado di provocare tumori ai polmoni.
Un documentario che, però, all'interno del grande schermo, appare del tutto fuori luogo, in quanto evidentemente più adatto a tappare i buchi del palinsesto notturno delle emittenti televisive nazionali o di quello diurno di quelle regionali minori.
Un documentario che, percorso anche da una più o meno latente venatura d'impegno sociale (se non addirittura anticapitalista), spinge perfino a domandarci quale tipologia di spettatore possa interessarvisi.
E, soprattutto, circa novanta noiosi minuti di pellicola che si prestano sicuramente a diverse interpretazioni, ma al termine della cui visione l'unico messaggio che si ha l'impressione di aver appreso in maniera divertente sembra incitarci a ridurre in polvere il master originale dell'opera.
Anzi, farlo prima della visione sarebbe ancora più vantaggioso!
La frase: "Ovunque si arresta un'attività e la vita si ferma, la polvere si accumula".
Francesco Lomuscio
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