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Due cuori e una provetta
Nell’ambito cinematografico, svariati sono stati i tentativi di dar vita ad un capolavoro semplicemente contando sull’ineluttabile interpretazione di attori di livello immersi in una scarna atmosfera hollywoodiana. Ma se solo un’esigua percentuale di queste opere ha valicato la soglia del "film gradevole", "Due cuori e una provetta" è una commedia in cui effettivamente uno più uno fa due, o meglio tre: Jennifer Aniston da una parte, Jason Bateman dall’altra, tra i quali si inserisce egregiamente, alla sua prima apparizione cinematografica, il piccolo prodigio Thomas Robinson nel ruolo di Sebastian.
Kassie (J. A.) è un’affascinante 40enne single che, stanca di cercare l’amore tra i vialoni newyorkesi, opta per l’avere un bambino senza incappare in una relazione. La ricerca cambia così versante: dall’uomo giusto al donatore giusto. L’inseminazione artificiale è la via più sicura, è come amicizia vuole, ne parla al migliore amico, Wally (J. B.), il quale, pessimista, cerca inizialmente di farla desistere. Alla fine però, Kassie sceglie Roland (Patrick Wilson), un affascinante trentenne, ottimista e sempre di buon umore. La sera che l’inseminazione deve avere luogo, però, dopo l’ennesimo bicchierino, Wally trova qualcosa che gli farà cambiare le carte in tavola, senza che nessun ricordo della serata gli resti impresso, e quindi senza che nessuno sappia nulla. Da New York City, Kassie si trasferisce nel Minnesota, per poi far ritorno alla Grande Mela circa sei anni dopo.
E con lei, cominciano a risalire a galla quei flashback mancati, quel freudiano contenuto latente, di una serata in cui il destino dei due protagonisti è cambiato radicalmente.
Sebbene a molti, tra cui gli stessi painter della locandina italiana, risulti una commedia, in realtà "Due cuori e una provetta" è come la ricetta pronta di una complessa portata francese, un mix d’atmosfere ben scelte e perfettamente innestate tra loro. I toni malinconici lasciano senza fretta e gradualmente il posto alle cadenze comiche, accarezzate a loro volta dai rosei potali del romanticismo. E in questa studiata commistione di ritmi volubili, il trio di mamma, figlio e migliore amico sorpassa i livelli interpretativi che fecero della Aniston di "Friends" e il Bateman di "Arresteddevelopment" degli esordienti già ad alti livelli. Circa il piccolo Robinson, non c’è molto da dire. A sei anni, e con la capacità di adattare un certo tipo di recitazione ad una certa situazione come se avesse alle spalle lustri d’esperienza, ricorda un po’ il giovane Haley Joel Osment, che faceva tremare chi guardava "Il sesto senso" immerso in una poltrona di una sala cinematografica.
"Due cuori e una provetta" è un film aperto a tutti, dalle varie tematiche, nessuna trattata con superficialità. Dai titoli di testa a quelli di coda c’è un continuo filo di Arianna che conduce lo spettatore tra la suspense alimentata dalla possibilità che la verità possa venire a galla e la rottura di tutto ciò da una battuta all’americana; e non manca assolutamente di nulla, sotto ogni punto di vista.
La frase: "Non posso stare ad aspettare qualcosa che potrebbe non accadere mai".
Ivan Germano
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