Dream Team
La rivincita dei "minori" e dei decaduti, grazie alla forza di una ristretta ma salda e accogliente comunità. Dopo aver spaziato per generi, e affermatosi con "La Vie en rose", in "Dream team" (in orinale "Les Seigneurs") il regista Olivier Dahan si è cimentato nella commedia. E - visti gli incassi in patria - ha azzeccato la formula, fin dall'assortimento di una squadra di interpreti rodati sul sorriso, con l'aggiunta del rapper JoeyStarr, capitanati da un simpaticamente energico e verace Jose Garcia (artista di lungo corso, in Italia apprezzato soprattutto per "Il Cacciatore di teste"). Strizzando poi l'occhio a tematiche sociali, il cineasta ha fatto accenno alla grossa mole di denaro che muove il mondo calcistico, allo scandalo della corruzione e delle scommesse clandestine, alla fragilità del successo sportivo ("i soldi danno alla testa"). Vittima di estorsione poi "attenzionato" dalla polizia finanziaria, il protagonista, infatti, ha finito la carriera in tribunale e nell'alcolismo, debolezza che gli ha comportato la separazione dalla compagna e dalla figlia. I suoi ex colleghi non hanno fatto molto di meglio: nella nuova impresa lo seguono il fobico psicanalizzato, l'appena uscito di prigione, il cocainomane col mito di "Che" Guevara, l'aspirante attore che a suo tempo aveva tentato il colpo da campione tirando a “cucchiaio” un rigore decisivo. Approdano così in un microcosmo di cui vengono messi in risalto la qualità di una modesta vita, un tocco di folklore, la lotta contro la chiusura della fabbrica che dà un reddito quasi a tutti, la solidarietà di gruppo, e l'incontro tra le due realtà porterà dunque al riscatto collettivo e personale ("anche se falliamo con il calcio, ritroveremo la nostra autostima").
Veloce come un pallone in partita, elementare e dalla prevedibile linearità, con una mescolanza di elementi disparati e un assemblaggio di sketch, un film di poca inventiva e di rapido consumo, che si chiude con i realizzatori ritratti in figurine adesive attaccate su un album, a rimarcare giocosamente il tipo di pubblico al quale è indirizzato.
La frase:
"Che ci faresti con un premio? Non c'è niente da comprare qui".
a cura di Federico Raponi
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