Piccoli affari sporchi
Frears, pur mantenendo un certo impegno come in Liam, torna a toni meno drammatici sullo stile di Alta Fedeltà, con una pellicola che scava nella realtà sommersa degli immigrati dei sobborghi londinesi. Okwe (Chiwetel Ejiofor / Amistad) e Senay (Audrey Tautou / Il Favoloso Mondo di Amelie) sono due clandistini costretti a lavori pagati miseramente, quando non gli viene richiesto anche qualcosa di più, pur di restare al riparo dell'ufficio immigrazione. Per poter sostenere le spese assurde dell'anonimato, i due dividono l'appartamento, ma non il letto, infatti Okwe dorme di giorno per poi fare il tassista di pomeriggio e il portiere di notte nello stesso albergo dove Senay è una delle donne addette alle pulizie.
Ma Okwe non è un immigrato qualunque, laureato in medicina e reduce dal regime nigeriano si adopera per aiutare gli altri sfortunati che come lui non possono rivolgersi ad un dottore. Purtroppo sarà questo suo altruismo la sua "condanna": saputo delle sue particolari capacità, Sneaky (Sergi Lopez / Harry, un amico vero), il responsabile dell'albergo che gestisce un crudele traffico di organi, farà di tutto per convincerlo a prestare i suoi servizi. Ma un uomo, proprio perchè disperato ha un unico valore: il suo onore.

Da sempre la capacità più grande di Frears è quella di saper scegliere i soggetti, oltre che girarli, questo lo ha portato a produrre pellicole estremamente diverse tra loro, ma gli ha anche permesso di mantenere un elevato standard qualitativo delle storie. L'intreccio a cavallo tra il giallo e la commedia, con un pizzico di impegno sociale è dovuto alla penna di Steven Knight. Questi uomini praticamente invisibili, costretti ad una vita che a noi sembra assurda, ma che per loro è mille volte meglio della situazione da cui provengono (il che può darci una vaga idea di ciò che hanno passato), perennemente vessati da gente senza scrupoli e nel terrore di essere trovati dalla polizia. Personaggi come Sneaky, una sorta di moderno sciacallo (in tempo di guerra l'avrebbero fucilato sul posto), disposto a macellare un altro essere umano, tanto disperato da venderesi un rene, per 10.000 sterline.
Ben costruito e ben girato, con ritmi che a volte sembrano hitchcockiani a volte ricordano La Stangata, la pellicola riesce a non essere mai troppo indulgente o troppo didascalica. Divertente e stimolante, chissà che non riesca a vincere qui alla Mostra di Venezia.

La frase: "Arrivare in anticipo è una brutta abitudine, come arrivare in ritardo."

Indicazioni:
Un film adatto a tutti.

Valerio Salvi

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