Dirty Love - Tutti pazzi per Jenny
Solitamente, quando si recensisce una pellicola si comincia dai premi che ha conseguito in giro per il mondo, che si tratti di Oscar, Leone d'oro o David di Donatello. Nel caso di Dirty love, scritto ed interpretato dalla scandalosa donna copertina Jenny McCarthy, per la regia del compagno John Asher, dobbiamo purtroppo parlare di Razzies, ovvero gli Oscar riservati ai film peggiori. Già, perché la vicenda comico-demenziale che vede protagonista la bella Rebecca (la McCarthy, appunto), alla ricerca disperata di un nuovo ragazzo da conquistare dopo aver scoperto il suo fidanzato top model Richard (Victor Webster) a letto con un'altra, ha finito per aggiudicarsene ben quattro, su cinque candidature che comprendevano anche quella per la peggior attrice non protagonista Carmen Electra, la quale veste nel film i panni dell'amica Michelle. E, se due sono andati all'opera (parola grossa!) ed al regista, i rimanenti sono stati vinti proprio dalla ex sexy bionda di MTV, sia per la sua pessima performance, tra smorfiette varie e gratuito sfoggio di tette al silicone, che per il delirante script. I distributori italiani, poi, tramite il sottotitolo "Tutti pazzi per Jenny", tentano perfino di richiamare alla memoria il già classico "Tutti pazzi per Mary" (1998) interpretato da Cameron Diaz, ma il lungometraggio poco ha a che vedere con la comicità politicamente (s)corretta dei geniali Bobby e Peter Farrelly; e, nonostante la presenza di Eddie Kaye Thomas nei panni di John, dolce giovane segretamente innamorato di Rebecca, siamo lontani anche dalla goliardica "sessuo-sociologia" della serie American pie. Diciamo che, se proprio dobbiamo scovare un referente cinematografico, "Dirty love" non avrebbe certo sfigurato nell'ambito delle trashissime produzioni della Troma di Lloyd Kaufman; infatti, con apparizioni del gruppo rock Sum 41 e del Lochlyn Munro che in fatto di film comici abbiamo visto, tra l'altro, in "Scary movie" (2000) e "White chicks" (2004), si presenta come un vero e proprio delirio su celluloide, senza vergogna e senza cervello, in cui, tra vomito, sesso sperimentale e peti telefonici, la struttura narrativa sembra assumere ben poca importanza, soprattutto se teniamo conto del fatto che la sceneggiatura è continuamente infarcita con dialoghi atrocemente idioti, i quali tirano in ballo anche una confusione tra Woody Allen e Woody Harrelson e, addirittura, l'insicurezza del pene (!!!). Per non parlare di un grottesco corteggiatore illusionista e della sequenza cult, la quale vede Rebecca alle prese con le mestruazioni, proprio nel bel mezzo di un supermercato.
Quindi, bisogna soltanto stare al gioco con disimpegno totale, in quanto qualche risata riesce a strapparla, pur risultando banale e prevedibile, soprattutto per quanto riguarda il telefonatissimo epilogo romantico, ma non inferiore a certi prodotti nostrani che si prendono sul serio, rivelandosi invece inconsapevolmente ridicoli (vi dicono niente Troppo belli e Melissa P ?). In conclusione, state pur tranquilli che ha meritato più "Dirty love" i quattro Razzies che "Crash-Contatto fisico" i tre Oscar!

La frase:
"Bocconcino arrapante a ore 3"
"Quello non è un bocconcino, è una bistecca di manzo!"

Francesco Lomuscio

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