Deuce Bigalow: Puttano in saldo
Non era certo Richard Gere, ma sei anni fa il "gigolò per sbaglio" Rob Schneider riscosse un discreto successo ai botteghini. Si trattava di una commedia demenziale e vi si poteva scorgere anche una critica al falso moralismo statunitense. "Deuce Bigalow: puttano in saldo" di quel film è il seguito.

A causa di una serie di equivoci, Deuce( Rob Schneider), il nostro imbranato protagonista, si trova a dover scappare dagli Stati Uniti. Si reca ad Amsterdam dove il suo vecchio amico Tj, ha messo su un piccolo business di uomini "di compagnia". La concorrenza però si sta assottigliando: un serial killer sta infatti uccidendo tutti i gigolò della zona. Per aiutare l'amico ingiustamente accusato dalla polizia, Deuce comincerà ad uscire con tutte le abituali clienti dell'ambito alla ricerca del vero assassino.

Se il primo film era giusto vedibile, questo seguito è davvero inguardabile. Si conferma quindi la veridicità sulla pessima considerazione che il pubblico ha ormai di queste operazioni meramente commerciali.
Mancanza di originalità, una storiella thriller da quattro soldi che faccia da pretesto per le "nuove" (in realtà già viste) situazioni demenziali ed un amore trovato quasi per caso che sboccerà nonostante tantissimi equivoci. Ma visto che la risata non arriva, ecco che salta fuori una volgarità tanto intensa da far schifo. Dato l'ambiente nel quale opera Deuce, le battute a sfondo sessuale si sprecano, così come le situazioni ambigue. Si raggiunge però un livello tale si saturazione che anche quei piccoli siparietti decenti,finiscono con lo stancare. Davvero deprimente poi vedere una cliente di Deuce col membro maschile al posto del naso che starnutisce al ristorante…
Da segnalare poi la crescente tendenza degli americani ad ambientare le proprie storie demenziali nel vecchio continente. Era già successo per Eurotrip, e anche in questo caso l'Europa e gli europei (in particolare l'Olanda) sono visti e descritti secondo degli stupidi luoghi comuni, affatto comici o divertenti. Seppur non si possa pensare ad alcun disegno "politico" dietro, l'esito è quello di farci apparire molto più superficiali di quanto già non siamo.
Il californiano Rob Schneider, tanto idolo in patria quanto semisconosciuto da noi, è un amicone di Adam Sandler, presente qui sia in un piccolo cammeo, che nelle vesti di produttore. Tra i due sarebbe stato meglio un capovolgimento dei ruoli.
Se il puttano era il saldo, il film non dovrebbe essere neanche in regalo.

La frase: "Io porto i miei tre centimetri da un'altra parte"

Curiosità: Si potrebbe pensare che sia uno pseudonimo sotto il quale si nasconde lo stesso Rob Schneider, e invece Mike Bigelow, il regista di questo "Deuce Bigalow: puttano in saldo" esiste davvero. Sarà stata forse questa omonima tra lui e il protagonista della storia, ad aprirgli le porte del cinema (si tratta infatti di debutto assoluto).

Andrea D'Addio

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