FilmUP - Recensione: Delitti d'autore

Delitti d'autore
Ecco arrivare l'ennesima conferma che durante l'estate si tende a proporre film datati che fungono quasi sempre da semplici tappabuchi. Non si discosta da questo ruolo neanche "Delitti d'autore" risalente al 1998, diretto da Amos Poe, una commedia movimentata che, secondo il regista, si ispirerebbe a film tipo "Un pesce di nome Wanda", ma del quale francamente ricorda poco o niente.
La protagonista è Eva (Barbara Hershey, "La figlia di un soldato non piange mai", "Ritratto di signora"), attrice di talento ma scarso successo che lavora saltuariamente nella compagnia teatrale del suo ex marito Al Santana (Robbie Coltrane, "Il mondo non basta", "Le parole che non ti ho detto") che in realtà è uno strozzino. Intanto Al decide di mettere in scena "American Buffalo" di David Mamet, suscitando un forte spirito di competizione tra gli attori desiderosi della parte. Tutti sembrano interessati tranne Eva, stanca della compagnia; e proprio per questo lo scaltro Al propone ad un giovane attore disposto a tutto per avere la parte, di uccidere Zip (John Leguizamo, "Summer of Sam", "Romeo + Giulietta") il nuovo fidanzato della sua ex moglie.
Qualche attore di alto livello (soprattutto la Hershey), una storia con tanto humour nero che potrebbe ricordare i film tarantiniani (con tutte, e sono tantissime, le differenze del caso) non bastano a rendere un film appetibile, soprattutto se non è supportato da una regia efficace in grado di elevare il livello dell'opera.
In pratica merita la sua collocazione nella bassa sessione estiva.

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