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Dear Frankie
"Caro Frankie,
ti scrivo da…"
è così che iniziano le lettere del papà marinaio di Frankie, un ragazzino scozzese di nove anni sordo che vive di trasferimento in trasferimento con mamma e nonna al seguito. Ed è questo continuo scambio epistolare col papà, abile descrittore di posti esotici e di gesta mirabolanti in giro per i mari sulla nave "Accra", che dà forza al piccolo per affrontare con forza una vita che di certo non l' ha messo nelle migliori condizioni. Peccato che in realtà questo padre così affettuoso e lontano non esista e che a scrivere le lettere sia, sotto mentite spoglie, mamma Lizzie. La bugia non può continuare ancora per molto, la vera nave Accra sta per attraccare sul porto della nuova residenza di Frankie. Lui si attende che il padre lo venga finalmente a trovare…
Potrebbe sembrare il classico film strappalacrime: c'è il dramma familiare, c'è un bambino verso il quale bene o male si prova un naturale senso di pietà, c'è una mamma sola e forte e una nonna saggia e arzilla. Il racconto invece dopo una presentazione abbastanza stereotipata dei personaggi, incede coinvolgendo con delicatezza sempre più lo spettatore, lasciando che questo si appassioni alle storie e alle speranze dei propri protagonisti.
Rispetto ai soliti canoni di questo genere di film, qui non abbiamo il dramma strutturato in tre atti, ovvero equibrio-tragedia-nuovo equilibrio, non c'è voglia di infierire sui protagonisti (non sono tutti Ken Loach nel regno Unito), ma una realtà che si avvicina a poco a poco con la fantasia fino a prenderne il posto. I cuori si scaldano, la mente va a toccare temi come la violenza domestica, la solitudine, il rapporto paterno, gli occhi vanno ad acquietarsi sul malinconico mare scozzese dove il sole lo si può vedere luccicare solo salendo su di una collina. Non sempre la realtà è splendente come vorremmo, ma qualcosa per renderla tale si può sempre fare.
Ottimo il cast, dal giovanissimo Jack McElhone(Young Adam) a Emily Mortimer ( che vedremo presto con il bel "Matchpoint" di Woody Allen) fino al sempre più convincente Gerard Butler (Il fantasma dell'opera) in continua ascesa sul borsino di Hollywood.
La frase:
-Come si chiama il padre di Frankie?
-Dipende da chi lo chiama…
Andrea D'Addio
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