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Hot movie
Dopo aver sbeffeggiato i luoghi comuni dello slasher-movie Anni Novanta da "Scream" (1996) in poi, Aaron Seltzer e Jason Friedberg, tra gli sceneggiatori di "Scary movie" (2000), tornano alla ribalta con "Hot movie", il quale segna il debutto dietro la macchina da presa per il primo, ponendosi il preciso obiettivo di parodiare il filone della commedia romantica attraverso un lungometraggio destinato sia a coloro che amano le storie emozionanti, sia a tutti quelli che le detestano.
Quindi, non potevano partire altro che da Julia Jones (Alyson Hannigan), ragazza obesa credente nel vero amore, la quale possiede il nome dell'attrice Julia Roberts ed il cognome dell'immaginaria Bridget Jones, il cui uomo dei sogni, il britannico Grant Fottilafiglia (il debuttante su grande schermo Adam Campbell), si presenta invece come un connubio tra Hugh Grant ed il Gaylord Fotter di "Ti presento i miei" (2000) e "Mi presenti i tuoi?" (2004). Perché, insieme a "Il mio grosso grasso matrimonio greco" (2002), questi ultimi due rientrano proprio tra i titoli maggiormente presi di mira nel corso della narrazione, mentre, tra frecciatine a Tara Reid e Michael Jackson ed ironici omaggi a "Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'anello" (2001) e "Mr & Mrs Smith" (2005), entrano in scena esilaranti personaggi come Hitch (Tony Cox), rilettura nana e caricaturale dell'omonimo consulente sentimentale interpretato da Will Smith in "Hitch - Lui si che capisce le donne" (2005), e Jell-O (Valery Ortiz), versione comica, con tanto di posteriore esageratamente invadente, della Jennifer Lopez di "The wedding planner - Prima o poi mi sposo" (2001). E non è da meno la sexy Andy (Sophie Monk), ex fidanzata di Grant, che, come la Julia Roberts (e rieccola!) de "Il matrimonio del mio migliore amico" (1997), vorrebbe mandare all'aria le future nozze dei due protagonisti.
Ma, con una nutrita colonna sonora che include, tra gli altri, "Do you believe in magic?" dei Lovin' Spoonful e "You're the first, the last, my everything" di Barry White, all'appello non mancano neppure accenni a "What women want" (2000), "Napoleon dynamite" (2004) e "2 single a nozze" (2005), e Seltzer, oltre a tirare in ballo opere che nulla hanno a che vedere con il filone romantico, come "Kill Bill volume 1" (2003) e "2" (2004) e "King Kong" (2005), con tanto di cammeo di Carmen Electra, rispolvera commedie sentimentali appartenenti alla lontana fine degli Anni Ottanta, dai già classici "Harry ti presento Sally" (1989) e "Pretty woman" (1990) al dimenticato "Non per soldi… ma per amore" (1989).
Quindi, come nel succitato "Scary movie", il gioco risiede nell'indovinare i titoli parodiati di volta in volta, viene però da chiedersi come possano essere suscitate risate nello spettatore mediante la rivisitazione di lungometraggi già ironici in partenza. Il risultato finale, infatti, non si presenta altro che come un agglomerato di citazioni senza arte né parte, ulteriormente infarcito con svergognati dettagli che sembrano presi in prestito dai più illustri Fratelli Farrelly (vedasi il grottesco neo sull'avambraccio), sostenuto in maniera ottima dalla sempre grande Alyson Hannigan. Ed il fruitore dovrebbe mettere in serio dubbio la propria intelligenza se dovesse trovarsi a mostrare almeno un minimo il sorriso, mentre sullo schermo scorre uno stanco spettacolo costituito da doppi sensi già sentiti, brufoli stracarichi di pus e più che sfruttate allusioni sessuali.
La frase: "Ti presento Iatto, gli ho insegnato io a fare le puzzycat".
Francesco Lomuscio
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