Crime d'amour
La sexy Ludivine Sagnier di "Swimming pool" (2003) è Isabelle Guérin, giovane dirigente in carriera che lavora agli ordini della potente manager Christine, con le fattezze della Kristin Scott Thomas de "Il paziente inglese" (1996), verso la quale nutre una totale e sincera venerazione.
E’ nel freddo ambiente rappresentato dagli asettici uffici di una potente multinazionale che il francese Alain Corneau, autore di "Tutte le mattine del mondo" (1991) e del melvilliano "Le deuxième souffle" (2007), costruisce in maniera progressiva il rapporto tra le due, destinato a divenire sempre più contrastante, mentre si trasforma in uno sconvolgente e perverso gioco di seduzione e dominio, fino a un punto di non ritorno.
Un’idea che può vagamente richiamare alla memoria quella alla base del poco conosciuto thriller a stelle e strisce "Office killer-L’impiegata modello" (1997) di Cindy Sherman, sfociante come il film di Corneau in un omicidio.
Omicidio che, in questo caso, viene messo in scena senza tentare un minimo di trasmettere tensione allo spettatore, come nei peggiori b-movie degli anni Settanta, per poi lasciare inevitabilmente spazio ad indagini, arresto ed immancabile coinvolgimento di avvocati e giudici.
Ma, sfruttando un cast decisamente in forma comprendente anche il Patrick Mille di "Una top model nel mio letto" (2006) e il Gérald Laroche de "Il tulipano d’oro" (2003), è all’emersione di sorprese poste nella seconda parte dei circa 106 minuti di visione e destinate ad accompagnarci verso l’inaspettato (???) colpo di coda che punta la sceneggiatura, a firma dello stesso regista insieme alla televisiva Nathalie Carter.
Anche se, in fin dei conti, non sembra distaccarsi molto proprio da un prodotto destinato al piccolo schermo l’insieme, di sicuro guardabile ma eccessivamente lento, banale e del quale, oltretutto, sfugge l’utilità.
Con ogni probabilità, ad adorarlo saranno in particolar modo le spettatrici frustrate in vena di scalata sociale e, prima di tutto, aziendale.
La frase: "Non dimenticherò ciò che hai fatto, te la farò pagare in un modo o nell’altro".
Francesco Lomuscio
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