Clerks 2
Cannes - "E' un grande, fottuto, onore essere qui stasera! Solo l'idea mi ha provocato un'erezione!".
Queste le sentite parole con le quali Kevin Smith ha salutato il pubblico di Cannes assiepato nella splendida cornice del Theatre Debussy, esattamente 12 anni dopo la prima mondiale di Clerks, avvenuta proprio sulla Croisette. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: Smith è arrivato al suo settimo lungometraggio, è conosciuto in tutto il mondo e ha persino aperto due negozi di "Jay e Silent Bob" dove si possono comprare i souvenir dei suoi film. Ma l'entusiasmo è rimasto quello di un tempo, e anche se "Clerks II" non è certo un film memorabile, l'ovazione che il pubblico francese ha tributato a lui e ai suoi attori, è stata una cosa che difficilmente potrà dimenticare. Il sequel di una delle più famose pellicole indipendenti si concentra nuovamente sulla vita di Dante (Brian O'Halloran) e Randal (Jeff Anderson), i due commessi del Quick Stop che passano le loro giornate a disquisire di sesso, cinema e cultura pop. Sono passati 12 anni e, dato che Randal ha inavvertitamente incenerito il Quick Stop, i due sono costretti a lavorare al Moobys, un fast food gestito dalla bellissima Emma (Rosario Dawson). Nel frattempo Dante si è fidanzato e sta pianificando di sposarsi e di trasferirsi in Florida; ovviamente Randal non è contento di questa decisione e, insieme ad Emma, riuscirà a fargli cambiare idea. Una trama abbastanza elementare per un film che va letto come un nostalgico omaggio ai personaggi, agli attori, e alla freschezza di Clerks piuttosto che come sequel vero e proprio. Il regista americano, attraverso i cambiamenti subiti dai suoi personaggi, si/ci racconta che non basta più solo divertirsi: è arrivato il momento dei bilanci e delle conseguenti decisioni. Smith ripropone la formula del "dialogo brillante senza respiro", ma raramente (lo scontro Star Wars/Signore degli anelli; la vita sessuale del giovane inserviente Elias) si avvicina al geniale lirismo del primo capitolo. Fuori dal Moobys Jay e Silent Bob (Kevin Smith) continuano, come sempre, a fungere da surreale accompagnamento alle avventure dei due protagonisti, ed è proprio Jay, con la sua imitazione di Buffalo Bill (Il silenzio degli innocenti), a regalarci uno dei momenti più spassosi del film.

La frase: Randal: "Esiste solo un "Ritorno" ok?! E non è "del Re", ma "dello Jedi"!"

Paolo Zelati

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