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Ci vediamo a casa











La commedia corale di Maurizio Ponzi ha sei protagonisti, le cui storie hanno tutte uguale importanza: questi personaggi formano tre coppie alle prese con il loro rapporto d’amore e una serie di vicissitudini portare da agenti esterni.
Franco (Edoardo Leo) è appena uscito di prigione e cerca una casa dove vivere con la fidanzata Vilma (Ambra Angiolini); andranno a stare da Giulio (Antonello Fassari), un amico pensionato di lei che ha bisogno d’assistenza e di compagnia. Gaia (Myriam Catania) incontra Stefano (Guilio Forges Davanzati) al circolo tennistico e tra i due scatta subito la scintilla; il padre della ragazza viene indagato per affari illeciti e lei va a vivere dal suo nuovo fidanzato per cercare un po’ di pace, ma le cose non vanno come dovrebbero. Alla stazione di Ostia, il giovane Enzo (Nicolas Vaporidis) incontra per caso Andrea (Primo Reggiani) con il quale inizierà una relazione piuttosto seria ma fondata su delle verità nascoste.
La maggior parte del cast si mostra poco comunicativo e per nulla coinvolgente: Fassari e Leo sono forse gli unici attori a dare un tono di calore ai loro personaggi, nel gelo totale creato dagli altri interpreti. La mamma di Enzo, interpretata da Giuliana De Sio, vanta la migliore caratterizzazione e qualche battuta che fa sorridere.
Carina anche l’idea di raccontare una storia d’amore omosessuale in modo pacato, senza nessuna implicazione erotica o squallida e senza il cliché del giovane che non sa come affrontare il problema e lotta con una famiglia bigotta; sua madre è molto aperta mentalmente e anzi, lo incoraggia nelle sue scelte. La storia di Enzo ed Andrea è sicuramente quella che si segue più volentieri e, proprio per questo, è quella il cui finale fa rimanere maggiormente insoddisfatti.
Le storie delle tre coppie procedono, per buona parte del film, completamente distaccate tra loro e si incontrano solo per brevi momenti poco carichi di pathos. La sceneggiatura, scritta a più mani, si rivela piuttosto debole e poco interessante, così come la comicità, scontata e per niente efficace. Stupisce la presenza tra gli autori di Giancarlo De Cataldo, la cui impronta però è decisamente riconoscibile: ognuna delle tre coppie ha a che fare con questioni legate all’attualità, alla sfera sociale ed economica; un taglio di questo tipo conferisce agli avvenimenti uno spessore maggiore ma certo non può risollevare il basso livello qualitativo generale del film.
Situazioni al limite del ridicolo, pessime interpretazioni (a volte persino irritanti, come nel caso della coppia Catania – Davanzati) e un commento musicale stereotipato fanno di "Ci vediamo a casa" un prodotto di scarsa qualità e di basso valore cinematografico e contenutistico.

La frase:
"Ci vediamo a casa".

a cura di Fabiola Fortuna

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