Segui il tuo cuore
Sotto la regia di Burr Steers, attore visto in "Pulp fiction" (1994) ma che i fan dello splatter ricordano di sicuro per essere stato tra le vittime del feroce omicida di "Intruder-L’intruso" (1989), l’idolo delle teen-ager Zac Efron già interpretò il non disprezzabile "17 again-Ritorno al liceo" (2009), nel quale concesse anima e corpo ad un quarantenne magicamente ritrovatosi ad avere diciassette anni.
Qui lo vediamo impegnato a ricoprire il ruolo del velista neo diplomato Charlie St. Cloud, il quale, perduto in un tragico incidente il fratellino Sam, interpretato dal Charlie Tahan di "Io sono leggenda" (2007), scopre di poterlo incontrare ogni giorno, al tramonto, nella foresta alle spalle del cimitero in cui si ritrova a lavorare cinque anni dopo l’accaduto.
E, tra un’apparizione di Kim Basinger nei panni della madre del protagonista e Ray Liotta coinvolto nel breve ruolo di un paramedico, è "California sun" dei Ramones a commentare in maniera efficace una sequenza in cui i due fratelli giocano nel bosco in mezzo all’acqua piovana, prima che la vicenda – tratta dal romanzo "The death and life of Charlie St. Cloud" di Ben Sherwood – cominci a tirare in ballo qualche situazione romantica.
Perché, tra un’escursione in barca a vela e una passeggiata tra le lapidi, nella vita di Charlie rientra anche la vecchia compagna di liceo Tess Carroll, con le fattezze della Amanda Crew vista nella commedia "Sex movie" (2008) e nell’horror "Il messaggero" (2009), tornata inaspettatamente in città e destinata a dividere il ragazzo tra l’amore per lei e il desiderio di onorare la promessa fatta a Sam, al quale disse che non lo avrebbe mai abbandonato.
Lo script, però, concepito a due mani dal Lewis Colick che scrisse il pessimo "Squadra 49" (2004) e da Craig Pearce, fido sceneggiatore di Baz Luhrmann (autore di "Romeo+Giulietta" e "Moulin rouge"), non sembra avere molte frecce al proprio arco, tanto che una delle poche idee presenti era già stata sfruttata in titoli come l’ottimo "Se solo fosse vero" (2005) di Mark Waters e il mediocre "Invisible" (2007) di David S. Goyer.
Quindi, un prodotto quasi anonimo che non sembra regalare niente di nuovo allo spettatore, anche se, tenendo in considerazione la generale struttura dell’operazione e il soggetto decisamente "leggerino", qualcosa ci lascia intuire che potrebbe spopolare tra i maniaci dei pomeriggi estivi dinanzi al piccolo schermo.

La frase: "Fidati del tuo cuore se il mare prende fuoco e vivi per amore anche se le stelle camminano all’indietro".

Francesco Lomuscio

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