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Cara, ti amo...
Con l’Angelo Orlando de "La vita facile" (2011) alle prese con una serie di assurde donne portate a mangiare di volta in volta al ristorante, risulta divertente già dal prologo il lungometraggio d’esordio del documentarista romano Gian Paolo Vallati, girato in digitale a bassissimo costo.
Accanto ad Orlando, sono il Luciano Scarpa di "Non pensarci" (2007), l’Alessandro Procoli di "Sfiorarsi" (2006) e il televisivo Massimiliano Franciosa a rappresentare il campionario di amici alla soglia dei quarant’anni il cui destino, come quello di tutti gli uomini eterosessuali in età adulta con alle spalle storie che hanno lasciato strascichi e cicatrici, è provare a relazionarsi con l’universo femminile.
Una volta innestata la miccia, quindi, Vallati – che firma anche la sceneggiatura insieme a Francesco Alibrandi – si sbizzarrisce assemblando una serie di ardue imprese di seduzione di possibili fidanzate, amiche o amanti di una notte, tirando in ballo anche Lidia Vitale e Nina Torresi, entrambi viste ne "La bellezza del somaro" (2010), oltre a Gianmarco Tognazzi in una breve apparizione.
E, in mezzo a fedifraghe, sessualmente dipendenti dalla luna piena e cocainomani, è soprattutto sui quattro bravi protagonisti che punta al fine di svelare le inconfessabili nevrosi e le follie del gentil sesso del terzo millennio, oltre all’impossibilità per il maschio di comprenderne le ragioni.
Protagonisti quasi quarantenni ma non troppo cresciuti che spaziano dal donnaiolo all'innamorato, passando per chi è alla ricerca del rapporto "serio", mentre apprendiamo che le donne bevono tutte, che, tra l'astinenza e l'amore eterno, esiste una gamma cromatica di sfumature e, soprattutto, che fondamentalmente, al di là delle tante chiacchiere da bar, i maschi hanno solo bisogno d'amore.
Nel corso di un elaborato che, non privo di qualche volgarità verbale comunque funzionale alla descrizione dei personaggi e, per questo, tutt'altro che fastidiosa, induce spesso e volentieri lo spettatore a sprofondare in sane risate, grazie alla sequela di originali battute e situazioni comiche (se non addirittura surreali) presenti.
Tanto da non avere nulla da invidiare a commedie più grosse… molto più grosse!
La frase: "Tra l’astinenza e l’amore eterno esiste una gamma cromatica di sfumature".
Francesco Lomuscio
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