FilmUP - Recensione: Cambio di indirizzo

Cambio di indirizzo
Quando un uomo e una donna si incontrano casualmente per condividere un appartamento in affitto, si piacciono subito ma non vogliono un coinvolgimento diverso dall'amicizia anche se finiscono in breve a far l'amore, come gestire il rapporto? Un equilibrio potrebbero trovarlo a condizione che entrambi siano innamorati di altre persone e mentre si scambiano effusioni in realtà pensino a quelle. Certo è una soluzione precaria, soprattutto se saranno coinquilini a lungo e passano diverso tempo insieme, mentre all'esterno le relazioni sono imprevedibili, hanno un andamento altalenante e possono pure terminare. Tanto più che trovandole insoddisfacenti, si rifugiano l'uno nelle braccia dell'altra e viceversa, praticamente conducendo vita di coppia con tanto di sport, musica, giochi, massaggi, regali.

Studi di arte drammatica e cinema, Emmanuelle Mouret ha realizzato un documentario, dei cortometraggi e altri tre film, in diversi casi recitandovi. Come accade qui, dove anima un protagonista buffo e impacciato ("affrontare la paura del ridicolo - dice l'autore - è ciò che trovo più stimolante nel cinema"), ingenuo e a suo modo saggiamente non possessivo ("non si scelgono i sentimenti" è la sua filosofia). Mouret utilizza un tono "burlesque", inteso come "l'espressione più profonda dell'uomo: un essere in un mondo a lui estraneo - spiega - e al quale tenta di adattarsi. E' questa la grande eleganza dei personaggi del burlesco: non scaricano mai colpe sulla vita o sugli altri, non provano rancore". E il regista suscita l'aspettativa nei loro confronti, noi sappiamo come finirà e lui ci intrattiene arrivandoci con toccate e fughe, una trattazione dei sentimenti dolce e una visione luminosa ("la vita è meravigliosa già solo per il fatto che non si può spiegarla", sostiene lei). Come la musica di sottofondo - dalla lounge strumentale anni '60 alla classica di Mozart e Strauss - Cambio d'indirizzo ha la fragile, giocosa leggiadria d'altri tempi.

La frase: "Non ci si sente mai tanto soli come quando si è innamorati"..

Federico Raponi

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