La vendetta di Halloween
Che l’horror fosse nelle vene di Michael Dougherty, sceneggiatore del "Superman returns" diretto da Bryan Singer, lo si era già capito nel momento in cui, dopo quello di "X-Men 2", firmò insieme a Dan Harris lo script del terzo "Urban legend", concepito da Mary Lambert, nel 2005, direttamente per il mercato dell’home video.
Ma, ad incuriosire ancora di più, è il fatto che la sua data di nascita corrisponda al 31 ottobre, in quanto il lungometraggio attraverso cui ha deciso di passare dietro la macchina da presa, prodotto dal citato autore de "I soliti sospetti", si svolge proprio durante la notte di Halloween, tra comuni mortali e non solo nascosti sotto maschere orripilanti, all’insegna di quel "dolcetto o scherzetto" che in America pronunciano, appunto, "trick ‘r treat".
E, dopo un già invogliante prologo, si parte con titoli di testa a fumetti che spingono obbligatoriamente a ripensare al mitico "Creepshow", anche se, a differenza del capolavoro diretto nell’ormai lontano 1982 da George A. Romero, qui le diverse storie che costituiscono gli 82 minuti circa di visione non viaggiano separatamente, ma s’incrociano tra loro, mentre le musiche di Douglas "Monster house" Pipes ricordano non poco quelle di "Grano rosso sangue" di Fritz Kiersch.
Soltanto uno dei diversi aspetti, quest’ultimo, che rimandano all’indimenticabile cinema della paura degli anni Ottanta, cui il film di Dougherty, visivamente curato e sapientemente gestito dal punto di vista della distribuzione di violenza e liquido rosso, guarda in maniera evidente nel porre in scena l’Anna Paquin di "Darkness" nei panni di una virginale Cappuccetto rosso nella sola attesa dell’arrivo del lupo cattivo di turno, il Dylan Baker di "Revolutionary road" in quelli di un padre molto particolare e il Brian Cox di "Manhunter-Frammenti di un omicidio" ad incarnare una sorta di Scrooge trapiantato alla vigilia d’Ognissanti per vedersela con presenze ultraterrene ben più inquietanti e pericolose di quelle raccontate dal "Canto di Natale" dickensiano.
Senza contare un gruppo di ragazzi in vena di macabri scherzi che finiscono per avere a che fare con veri morti viventi, all’interno di una veloce, coinvolgente e tutt’altro che noiosa operazione che, fornita di tutte le carte in regola per potersi tranquillamente trasformare in uno di quei piccoli classici da gustare ogni anno sotto la luce della zucchiforme jack-o lantern, rischia soltanto di apparire un po’ troppo breve.
La frase: "Odio Halloween".
Francesco Lomuscio
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