Brüno
Sascha Baron Cohen ritorna dopo "Borat" con uno dei personaggi che lo lanciarono già anni fa nella televisione inglese. Strano, ma vero: Cohen continua ad andarsene in giro truccato e a combinare candid camera senza che nessuno lo riconosca o lo fermi per strada (e se succede, il montaggio abilmente evita di mostrarcelo). Il suo "Bruno" è un giornalista austriaco omosessuale che, come è caratteristica di Cohen, riesce sempre a mettere a disagio l’interlocutore di turno.
Che si tratti di gente normale o di un rabbino, poco importa. Lo scopo è provocare, cercare di scrostare l’ipocrisia del pensiero politically correct con situazioni spinte al limite.
Peccato che a differenza di "Borat" stavolta manchi un vero e proprio filo narrativo. Il film si compone di una serie di viaggi slegati tra loro. Allo stesso tempo, sono molte le sequenze di finzione: ricordatevi che dietro ogni scena, che siano i dialoghi tra Bruno e il suo agente così come in tanti altri frangenti (non tutti, ma alcuni) c’è sempre una telecamera che riprende. E quindi un’altra persona, luci e tutto l’ambaradan che ciò significa. Non si prende in giro lo spettatore, ma quasi, visto che l’unica comicità derivante da alcuni di questi momenti è legata alla semplice volgarità. Siamo da una parte concordi con l’idea di realizzare anche film che non abbiano nessun tipo di tabù, ma per essere poi convincenti bisogna scrivere bene e non raffazzonare le prime stupidaggini che vengono in mente. Purtroppo non si ricrea quell’armonia concettual-narrativa che aveva fatto la fortuna, giustamente, di "Borat". I tanti viaggi in giro per il mondo non sono altro che un espediente per riempire quegli stiracchiati 81 minuti di cui si compone la pellicola. Che certe volte si rida è innegabile: Cohen è un grande intrattenitore e, anche per la legge dei grandi numeri, qualche volta colpisce nel segno, ma è innegabile che si tratti di un passaggio a vuoto all’interno di una carriera ancora dal grande potenziale.

La frase: "Hey, hey, he gay, lui gay, ok".

Andrea D'Addio

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