Bord de Mer
In una cittadina di provincia, che si affaccia sul mare, la vita scorre seguendo quasi dei ritmi prestabiliti. Ogni stagione è uguale a quella dell'anno precedente: sempre gli stessi individui, sempre le stesse facce insoddisfatte, sempre le solite e noiose cose da sbrigare. Qui vive Marie, una ragazza bella e forte, con una grande voglia di evasione, con tanti sogni e tante speranze da realizzare. Lei lavora nella fabbrica di ghiaia del luogo, il suo ragazzo, Paul, si arrangia come può: d'estate fa il bagnino, d'inverno il commesso in un supermercato. Preoccupato per la depressione della madre, che sperpera tutta la pensione alle slot machines, Paul non riesce a capire il carattere sognatore di Marie e la soffoca con il suo amore possessivo ma limitato. Con il passare dei giorni la ragazza diventa sempre più insofferente e capisce che il tempo a sua disposizione non è smisurato, che se vuole davvero realizzare i suoi sogni deve partire. L'incontro con Albert, figlio dell'ex proprietario della fabbrica di ghiaia le dà l'opportunità tanto sperata.
Il film può essere definito quasi un'insieme di ritratti dei vari personaggi, è contemplativo, silenzioso, i dialoghi in alcuni punti sono assenti, le pause lunghissime. Non c'è movimento, tutto è statico, sembra che insieme alla vitalità delle persone quel luogo, dall'aspetto lunare, abbia fagocitato anche tutte le energie, tutte le speranze, tutte le azioni di coloro che vi vivono. I vari personaggi si muovono in un contesto in cui l'angoscia e la disperazione sono ben evidenziati dalla predominanza di toni grigi e blu e dalle rare musiche dai toni cupi e profondi. Il silenzio regna sovrano: solo a tratti si odono parole, quasi mai risate o discussioni. Se non fosse per alcune scene, tutto il lungometraggio potrebbe sembrare un insieme di fotografie, di brevi illustrazioni. I caratteri dei personaggi vengono solo accennati, le loro ansie, paure e frustrazioni si intravedono appena. Il malessere pervade tutta la città, nessuno è contento di ciò che ha, della vita che conduce, della propria famiglia, di ciò che di buono ha realizzato. Tutti hanno voglia di fuggire, di ricostruirsi una vita altrove, ma nessuno in concreto fa niente per uscire dall'impasse in cui si trova. Persino sognare è proibito: coloro che ci provano vengono additati come persone strane, fuori dal comune. L'unica speranza di riscatto è l'azione imprevista di Marie, che però getta scompiglio in tutti quelli che restano e non capiscono il perché del suo gesto. Sconsigliato a chi sta attraversando un periodo poco felice!
Teresa Lavanga
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