Bon Voyage
Uno scrittore, un'attrice, un'assistente universitaria, un ministro, un giornalista e un fuorilegge: questi i personaggi principali di "Bon voyage", l'ultima fatica di Jean-Paul Rappeneau.
Il regista de "L'ussaro sul tetto" e "Cyrano de Bergerac" stavolta ha deciso di raccontare le rocambolesche vicende di Frédéric (Grégori Derangère), uno scrittore semisconosciuto che, finito ingiustamente in carcere a causa della donna da lui amata (Isabelle Adjani), riesce ad evadere approfittando della decisione del governo parigino di aprire le prigioni prima dell'arrivo dei Tedeschi. Siamo infatti nel giugno 1940, cioè ai primi anni della Seconda Guerra Mondiale, quando in Francia si respirava un'aria tesa e densa di preoccupazione, con un governo travolto dai fatti bellici ed una popolazione smarrita ed incapace di affrontare con lucidità la critica situazione del Paese.
Teatro di questa babilonia alto-borghese è l'Hotel Splendid, un prestigioso albergo di Bordeaux che ospita politici, aristocratici, giornalisti e quanti altri siano fuggiti da Parigi (compresa la celebre e viziata attrice Viviane-Isabelle al seguito del ministro Beaufort-Dépardieu): sarà proprio qui che il nostro protagonista farà vecchi e nuovi incontri, vivrà momenti topici e si caccerà anche in qualche pasticcio. Sì, perché nonostante l'ambientazione storica dei fatti, questa non si può certo considerare una pellicola dai toni inevitabilmente drammatici di un film di guerra, ma andrebbe, invece, annoverata tra le commedie francesi più brillanti degli ultimi anni.
Grazie anche alla collaborazione di Modiano, "Bon voyage" presenta una sceneggiatura ricca di situazioni buffe, di personaggi pittoreschi, di dialoghi brillanti che, combinati insieme, danno vita ad una lettura caleidoscopica del momento storico in questione. E, probabilmente, il fascino e la gradevolezza del film sta proprio in questa sorta di perfetta alchimia tra spirito e suspense; alchimia creata senza dubbio dal regista, ma anche dalle vivide interpretazioni dei vari attori del cast: il personaggio di Frédéric sembra infatti cucito addosso a Derangère, che riesce ad incarnare la doppia anima non solo del protagonista ma anche dello stesso Rappeneau (il quale ha messo molto del proprio vissuto in questa opera); Depardiéu che, così come la Adjani, torna a lavorare per la seconda volta col regista francese, è preciso e puntuale nell'impersonare un ministro forte della sua posizione politica ma debole (e ridicolo) di fronte al fascino di Viviane; oppure la fresca Virginie Ledoyen, alle prese con una Camille ingenua e al tempo stesso tenace nella sua missione.
Rappeneau riesce, in sostanza, a fornire uno spaccato della società altolocata (e non solo) alle prese con la Guerra restando fedele alla realtà, ma senza rinunciare al ritmo e allo stile tipici di una vera e propria "commedia all'italiana". "Bon voyage" è, insomma, davvero un buon film, frutto di una sapiente sintesi di due generi cinematografici piuttosto diversi e forte di un valore aggiunto, anzi due: i bellissimi costumi e l'ottima colonna sonora firmata dal compositore Gabriel Yared (vincitore nel '97 di un Oscar, un Golden Globe e un Grammy per le musiche de "Il paziente inglese").

Laura Spina

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