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Blood brothers
Se si fosse trattato di un prodotto a stelle e strisce, sarebbe stato sicuramente uno di quei racconti di celluloide alla Stephen King incentrati sugli oscuri segreti della provincia americana.
E' invece il belga Arno Dierickx - con una filmografia prevalentemente costituita da cortometraggi e regie televisive - a portare su pellicola la vicenda dei fratelli Arnout (Matthijs van de Sande Bakhuyzen) e Victor (Derk Stenvers), le cui ricchezze vorrebbero essere sfruttate dall'amico sedicenne Simon (Erik van Heijningen), che trascorre nella loro magnifica proprietà, in compagnia anche della bella Frederique (Carolien Spoor), fidanzata del primo, splendide giornate tra partite a tennis e ascolto di musica.
Musica rappresentata da sempreverdi del calibro di "At last" di Etta James e "Blue moon" dei Marcels, perché è da un fatto di cronaca nera avvenuto in Olanda all'inizio degli Anni Sessanta che il film di Dierickx prende ispirazione, mentre tira in ballo la figura dell'amico Ronnie (Sander van Amsterdam), nascosto dai ragazzi nell'attico della loro villa in quanto ricercato dalla polizia, ma che non tarda a diventare un vero e proprio peso.
E, forte dell'ottima prova da parte dei giovani protagonisti, il regista gioca in maniera evidente sulla costruzione dei loro caratteri, il cui profilo emerge in maniera progressiva con l'evolversi dell'assurda situazione, generando contemporaneamente una sorta di linea divisoria che pone da una parte i verdi spazi aperti dove si muovono Arnout, Victor, Simon e Frederique, e dall'altra la silenziosa dimensione di solitudine, a suo modo cupa e claustrofobica, nella quale si trova confinato Ronnie, che li guarda attraverso il vetro della finestra.
Fino ad approdare all'epilogo inevitabilmente nero di circa 95 minuti di visione che, classificabili sotto la categoria thriller, rischiano solo di far storcere il naso allo spettatore nostrano e di spingerlo a sbadigliare a causa dei tutt'altro che incalzanti ritmi narrativi, tipici di determinate cinematografie europee che, come in questo caso, sfoggiano una certa freddezza generale non per tutti digeribile con facilità.
La frase: Se resti qui ti troveranno prima o poi
Francesco Lomuscio
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