Biuti Quin Olivia
Olivia (Carolina Felline - Le ali della vita) vive con la madre Franca (Elena Bonelli - La piovra 6) e il padre Salvatore (Manrico Gammarota - Pane e tulipani) in uno dei tanti caseggiati che negli anni ottanta sorgono alla periferia di Roma.
Non è esattamente quella che si definirebbe una famiglia felice: Salvatore, costretto a stare in casa a causa di un incidente, non fa altro che sfogare le sue frustrazioni sulla moglie, cameriera insoddisfatta della vita, e sulla figlia, adolescente con il sogno di fare la rock star.
La famiglia di Lilli (Eleonora Materazzo - Un posto al sole), amica di Olivia, è invece, la classica famiglia delle pubblicità: felice e spensierata.
Le due ragazze, così diverse fra loro, sono però accomunate dalla voglia di ribellarsi a ciò che le circonda, anche se perseguono questo obiettivo con modi profondamente diversi.
Olivia è un maschiaccio, ribelle, di poche parole, Lilli è invece tutta presa dai trucchi, dai vestiti e dall'organizzazione di concorsi e gare in nome della sua attrice preferita, Olivia Newton John.
Insieme affronteranno giorni duri, fino a quando decidono di scappare. Durante il viaggio, in fuga da tutti, scopriranno di essere unite più che mai, e infine, di essere cresciute.
"Biuti Quin Olivia" è un film di denuncia sulle condizioni in cui ancora oggi versano molti adolescenti: la realtà degli anni '80 che ora ci sembra tanto distante, in effetti non lo è.
Situazioni come quelle di Olivia si incontrano anche oggi, anche se forse non sono più tanto estreme come nel film.
Nella pellicola c'è quasi la contrapposizione fra un mondo abitato da esseri cattivi e spregevoli, un mondo scuro, in cui c'è solo odio, rancore, rabbia ed un mondo platinato, tutto colorato di rosa, in cui sono tutti buoni e gentili.
Olivia e Lilli sono i simboli di questi due mondi.
Come afferma la regista, Federica Martino, durante la conferenza stampa, la sua intenzione era quella di mettere in scena una favola, e quindi non si potevano scegliere personaggi neutri, occorreva definire bene tutti i contorni, forse esasperandoli.
In questo ha aiutato anche la scelta cromatica effettuata non solo per la fotografia ma anche per i costumi.
Olivia e tutto il suo mondo sono lividi, mentre Lilli e tutto ciò che la circonda è esageratamente appariscente.
Il messaggio che il film vuole trasmettere, a prescindere dal finale, è che per tutto c'è sempre una via di fuga.
Olivia, con il suo ultimo atto, aiuta Lilli a crescere, a diventare donna.
Le insegna che è giusto sognare, che si è sempre liberi di volare, di andare via, di allontanarsi da tutto ciò che è brutto e che non ci piace.
Per soddisfare la curiosità del pubblico, la regista ha spiegato che il titolo non è altro che la trascrizione letterale dell'inglese parlato nelle borgate romane degli anni '80.

Teresa Lavanga

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