Beefcake
50 anni fa anche solo pronunciare la parola gay non era in voga, e accennare al mondo degli omosessuali voleva dire essere emarginato e trattato come un criminale. Esistevano però delle riviste, che al pari di quelle femminili, esibivano corpi di giovani seminudi che mettevano in bella mostra tutti i loro muscoli.
Dietro questo mondo, oltre la carta patinata e la pelle lucidata dall'olio dei culturisti che posavano per queste foto, c'era un mondo segreto conosciuto solo dagli addetti ai lavori. Gente ribelle che reprimeva la propria sessualità fino al punto in cui non poteva più trattenerla. Bob Mizer era un fotografo di culturismo, autore della rivista Physique Pictorial e gestore della Athletic Model Guild, un'agenzia di culturisti che curava insieme alla madre Delia. Mizer era omosessuale, all'inizio inconsapevole, poi una volta conscio fu spaventato e insicuro, e talvolta usava dei modi un pò troppo sconvenienti con i suoi modelli, il suo successo finì quando cominciò ad avere problemi con la legge, e proprio per i suoi comportamenti lo accusarono.
Il film racconta di uno di questi aspiranti modelli, Neil O'Hara, (Josh Peace "Il Grande Colpo"), che giunto dalla Nuova Scozia ad Hollywood, negli anni '50, viene notato da Bob Mizer (Daniel MacIvor "I Cinque Sensi", "House"), che lo introduce nella sua Athletic Model Guild, dove il giovane viene a contatto con un mondo clandestino a lui sconosciuto, dove degli uomini posavano seminudi per denaro.
Il regista Thom Fitzgerald, che già aveva trattato di questi argomenti con "Il Giardino dei Ricordi", ha voluto descrivere di un mondo, quello degli omosessuali, delle difficoltà che avevano in quel periodo, girando una sorta di documentario, intervallando alle scene del film interviste reali ad alcuni dei protagonisti di quell'era, dal guru del culturismo Jack LaLanne, ai fotografi Russ Warner e Dave Martin, agli ex-modelli Jim Lassiter, Joe Lietel e Joe Dallesandro, e all'autore del libro "Beefcake", Valentine Hooven. Durante le riprese nella sede della Athletic Model Guild è stato ritrovato del materiale filmato e i diari di Mizar, scritti in codice per paura che qualcuno li trovasse. La pellicola in generale si presenta come ode al segreto mondo del culturismo degli anni 50, il racconto della storia di un uomo con un sogno troppo moderno per i suoi tempi, ma anche un esplorazione sui diritti civili e sulle difficoltà dell'essere omosessuali.

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