Basta un niente
E' proprio vero che a volte basta un niente per ottenere qualcosa, e sicuramente sarebbe bastato veramente poco per fare del primo lungometraggio di Ivan Polidoro una pellicola migliore. L'impegno c'è e a tratti si vede, ma purtroppo, nonostante molti input il film non decolla e lascia con l'amaro in bocca. S'intravede l'influenza della commedia napoletana, semplice nelle sue allusioni e quasi teatrale nella ricerca della risata, ma la difficoltà con cui si intrecciano le vite dei personaggi e l'incomprensibilità nell'evolversi della storia, la sua inconcludenza ne annullano gli effetti. Rimane poco anche della colorita atmosfera partenopea con delle scenografie che non ci regalano nemmeno uno scorcio dello splendido Golfo di Napoli, dandoci l'impressione che la storia possa svolgersi in qualsiasi parte d'Italia, solo le colorite espressioni tipiche della terra del principe DeCurtis, ci riportano alle falde del Vesuvio. Bisogna però spezzare una lancia a favore del regista, che ha saputo far fruttare le sue esperienze nel teatro e nella televisione, cimentandosi per la prima volta nella direzione di una produzione cinematografica. Il regista napoletano, infatti, ha saputo indovinare i ritmi ed è riuscito nel difficile obiettivo di passare da un personaggio all'altro, da una storia all'altra dandoci il senso di continuità che ha permesso al film di scorrere nonostante la sceneggiatura incompleta, che lo stesso Polidoro ha ideato e che probabilmente è più adatta al corto da cui è stato tratto il film e che gli è valso una menzione Nastro d'Argento nel 2003. Buone le interpretazioni dei protagonisti, anche se a volte non riescono a colmare le lacune della storia, ma che in genere riescono a divertirci ricordandoci la mimica "melodrammaticamente allegra" degli eredi di pulcinella. Arrivando infine alla storia, le premesse sono buone: tre amici disillusi e annoiati dalla vita, una moglie insoddisfatta che si lascia trascinare dalla passione di un amore impossibile, una rapina con morto, che poi morto non è, e un boss alla ricerca della sua parte di bottino. I tre amici, sono anche gli elementi portanti della storia. Ivo, (Gianfelice Imparato), è il postino del paese che passa le sue giornate a pescare e a cercare una soluzione del suo problema matrimoniale nel mare, ma non legge mai le lettere che sua moglie gli invia. Peppe (Mimmo Esposito), è l'autista del carro funebre del paese, e con la scusa di una visita di controllo lascia il nonno in una assurda casa di cura, così da avere la casa a sua disposizione. Rosario (Gianni Ferreri), è invece il custode del cimitero sposato con Patrizia (Lorenza Indovina), che ricerca la passione fuori da un matrimonio piatto, e con una figlia sempre incollata al televisore. Uomini disillusi e mai cresciuti, i tre hanno un gruppo musicale che non riscuote tanto successo, e per dare una botta di vita alle loro esistenze, decidono di organizzare una rapina. Il film così inizia, e così finisce, in un insieme di scatch e gag, sicuramente esilaranti, che però non danno vita a qualcosa di concreto, e quando si arriva ai titoli di coda non si capisce proprio dove si sarebbe dovuti arrivare, anche perchè in effetti un finale vero e proprio non c'è!
La frase: "Il mare...il mare non è traditore, sta la!"
Monica Cabras
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