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Barnyard - Il Cortile
Quando il fattore non c'è, tutti gli animali della fattoria ballano. Anzi, si scatenano in quelli che sono dei veri e propri festini messi su in fretta e furia ma dove il divertimento è assicurato e dove la parola d'ordine è dimenticare pure se per poco la noiosa routine della vita agreste, alla faccia dell'ignaro contadino. L'importante è poi custodire gelosamente il segreto della "doppia vita" di maiali, mucche, pecore e cani che camminano a due zampe, parlano, guardano la televisione, e cantano persino (memorabile il topo ciccione emulo di Shaggy che non a caso intona convintissimo "Boombastic").
Leader incontrastato di questa animalesca allegra brigata è il giovane manzo Otis, scansafatiche e mattacchione, amante degli scherzi e di scorribande notturne con gli amici.
Anche per Otis però è tempo di crescere: quando viene a mancare il papà Ben, ricade su di lui la gestione della comunità nonché la gravosa responsabilità di tenere lontani dalla fattoria i pericolosissimi coyote. L'improvviso evolversi degli eventi porterà al caos totale, data l'immaturità e la disorganizzazione di Otis e della fannullona combriccola al seguito. Ma come è giusto che sia in un tale contesto tutto si risolverà per il meglio e il nostro simpatico bue in questa sgangherata avventura troverà persino l'amore...
In una stagione cinematografica affollata come non mai di film d'animazione, in particolar modo con protagonisti del mondo animale (vedi "La gang del bosco" e "Boog & Elliot a caccia di amici"), ultimo in ordine di tempo ad apparire sul grande schermo in Italia è "Barnyard - Il cortile", cartoon che si avvale delle più moderne tecniche dell'animazione computerizzata in 3D.
Il risultato visivo è una volta di più sorprendente, anche agli occhi dello spettatore ormai abituato alla sempre più elevata e competitiva qualità della computer grafica.
Sappiamo bene però che la minuziosa e maniacale cura del dettaglio visivo, dagli sfondi alla mimica facciale, da sola di certo non basta se non ben supportata da uno script che faccia simpatizzare grandi e piccini per i personaggi e renda piacevole e coinvolgente la visione.
A provvedere che tutto questo accada in "Barnyard" c'è il regista Steve Oedekerk, un nome cui deve molto Jim Carrey (lo ha definitivamente lanciato nel seguito di "Ace Ventura" e per lui ha scritto "Una settimana da Dio"), che pure se esordisce nell'animazione, non è totalmente nuovo all'ambiente, visto che ha sceneggiato e prodotto "Jimmy Neutron: ragazzo prodigio".
Oedekerk si preoccupa molto che la parabola del difficile passaggio all'età adulta di Otis venga vista come educativa e non moraleggiante. Argomenti comunque delicati come la perdita della figura paterna e l'affrontare le difficoltà per guadagnarsi stima di se stessi e rispetto degli altri vengono delicatamente trattati, sempre bilanciati dal contagioso umorismo dei dialoghi e dalla scoppiettante simpatia dei personaggi.
"Barnyard" intrattiene dunque piacevolmente per un'oretta e mezza con la giusta esaltazione dei valori (la solidarietà su tutti), e per stessa ammissione di Oedekerk la pellicola vuole essere in questo senso un tributo ai classici dell'animazione del passato dove, grafica a parte, era il sentimento quello che contava. Tributo sentito, e per questo riuscito...
La frase: "Chi è forte è capace di difendersi da solo, chi è più forte deve difendere gli altri".
Stefano Del Signore
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