Bangkok Dangerous - Il codice dell'assassino
Remake dell’omonimo film del 1999 sempre diretto dai fratelli Pang (Oxide e Danny), "Bangkok dangerous" cambia la nazionalità del proprio protagonista (da asiatico ad americano) per venire incontro alle esigenze del box office a stelle e strisce ed abbracciare il maggiore pubblico possibile. Ad interpretare un killer professionista con rinnovati scrupoli di coscienza è Nicolas Cage, un attore che di certo non passa inosservato e che calamita su di sé tutta la vicenda.
Se in altre pellicole il suo carisma è stato un punto di forza, purtroppo in "Bangkok dangerous" la sua voglia di stare sempre al centro della storia, appesantisce un thriller per altri aspetti veloce e accattivante. Cage è anche produttore della pellicola e sicuramente questo ha pesato (sia in termini di pose che di motore della vicenda) sulle scelte registiche e narrative dei due registi.
Dietro la malcelata voglia di non lasciare spazio agli altri personaggi, si perde molto dell’interessante rapporto tra maestro e allievo (che non va mai più in là di una sorta di Batman e Robin da Asia minore), così come non convince mai fino in fondo quel rapporto d’amore che "cambia" l’animo del protagonista. Ma dopotutto: è poi importante la credibilità dei personaggi o le loro motivazioni in un film di questo genere? No, non troppo. Parliamo infatti di un action movie, e sotto l’aspetto action "Bangkok dangerous" è una pellicola sostanzialmente riuscita, con un buon tasso d’adrenalina.
L’ambientazione lagunare, nonché le tante location colorate e piene di comparse, rendono sparatorie e inseguimenti abbastanza caotiche per rimanere coinvolti, mentre le varie mosse di arti marziali richiamano quello stile da "kung fu fighting" che ha caratterizzato per decenni il cinema della vicina Hong Kong. La storia è quella che è, nessun colpo di scena e classico scenario da fantapolitica, ma come detto, è così importante? Ne esce così un film guardabile come tanti altri di Nicolas Cage, un attore tanto bravo in alcune occasioni (come quando si cimenta in storie drammatiche o in ruoli da esaltato) quanto troppo ingombrante in altre.

La frase: "Noi avevamo un accordo e l’assassinio di un politico non era nel contratto".

Andrea D'Addio

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