Bad Teacher: una cattiva maestra
Con quel visino un po’ così, da ragazza allegra e svampita, a cui ogni tanto accompagna affermazioni piuttosto libertine in fatto di sesso e giocose quando si tratta di lavoro ("Non ricordo le battute del copione? Sono una bionda, sono giustificata a farlo”), Cameron Diaz è senza dubbio l’attrice giusta per un ruolo che, fin dal titolo, parla di una "Bad Teacher", una cattiva insegnante.
Gli anni passano, e seppur la sua bellezza non sia più luminosa come un tempo, Cameron è una di quelle attrici capaci di ispirare simpatia anche quando impersona il "male". Lo fa più che mai, senza remore né rimorsi, nelle vesti di una insegnante pronta a tutto pur di accaparrarsi il nuovo supplente della sua scuola elementare (Justin Timberlake), uno scapolo discendente di una ricca famiglia che le consentirebbe di lasciare l’insegnamento e dedicarsi solo alla bella vita. Peccato che a contendergli il principe azzurro ci sia un’altra maestra (Lucy Punch) che, al contrario della nostra biondona dai modi superficiali ed aggressivi, punta tutto sulla propria dolcezza ed infallibilità come educatrice. La competizione è serrata: chi la spunterà?
Per quanto scontato e in più frangenti sboccato, "Bad Teacher" ha un aspetto positivo che, per chi almeno è abituato a vedere commedie che immancabilmente finiscono sempre con il fare la morale, tende a rendere più che benevolo il giudizio finale: i cattivi vincono. Non c’è "punizione" per la bad-teacher, le cose si sistemano naturalmente come se nulla fosse, anzi a perderci è chi, almeno in un primo momento, appariva come il buono. A patto di lasciarsi andare e di non frenarsi davanti alla volgarità di alcune scene, sicuramente facilotte nella costruzione del momento comico, si ride, e anche parecchio. E’ vero, si gioca con le sedute in bagno, lo struscio pre-sesso, un paio di reggiseni slacciati e roba del genere, ma quantomeno si raggiunge lo scopo di fare divertire e l’ora e mezza passa veloce e di buon umore.
Justin Timberlake si mette in gioco con parecchia autoironia (oltretutto Cameron Diaz è stata per anni la sua compagna), mentre la Mary di cui tutti erano pazzi nel 1998 regge bene una parte cucitale addosso e che, se fosse stata diretta dai fratelli Farrelly di un tempo (quelli di "Tutti pazzi per Mary", "Io, me e Irene" e "Fratelli per la pelle") sarebbe diventata facilmente un piccolo cult. Peccato che la genialità dei Farrelly sia ormai dispersa, e che questo film sia cascato nelle mani di uno Jake Kasdan che probabilmente crescerà, ma per ora è solo un onesto artigiano che si affida quasi totalmente alla sceneggiatura per strappare sorrisi. Ci si può però accontentare.
La frase:
"Sei la persona meno adatta a fare l’insegnante che io conosca".
a cura di Andrea D'Addio
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