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Aspromonte











Paradossalmente, se in "Sono tornato al Nord" il comico calabrese Franco Neri si trovava a trasferirsi a Torino per aiutare lo zio e la sua impresa, nel primo lungometraggio di Hedy Krissane – che nulla ha a che vedere con la pellicola diretta nel 2006 da Franco Diaferia – veste i panni di un imprenditore brianzolo che finisce in Aspromonte con l’intenzione di far firmare un contratto urgente al fratello, musicista in turnée estiva con le fattezze dell’Andrea De Rosa visto, tra l’altro, nel dittico brizziano "Notte prima degli esami".
Quindi, un’idea di partenza che, nel porre in evidenza il timore spesso manifestato dagli abitanti dell’Italia settentrionale nei confronti di coloro che vengono descritti dalle cronache come poco raccomandabili meridionali, non si distacca poi molto da quella che, nel 2010, fu alla base dell’osannatissimo "Benvenuti al Sud" di Luca Miniero; prendendone le opportune distanze dal momento in cui De Rosa scompare misteriosamente e, nel ruolo di un agente investigativo del corpo forestale dello Stato, il veterano Pier Maria Cecchini – anche tra gli sceneggiatori, insieme allo stesso Neri – affianca il protagonista nella sua ricerca tra mari e monti.
Una ricerca attraverso i percorsi dei rapimenti degli anni Ottanta che, tempestata di pregiudizi ed equivoci, lascia emergere attraverso il non chiarissimo epilogo l’intenzione di conferirle le fattezze di un cammino volto a fornire riflessioni sui rapporti umani e sulle vere priorità della vita.
Nel corso di un’ora e mezza circa di visione che, non priva di riferimenti ironici all’attualità (la chiesa sconsacrata di San Silvione, evidente "omaggio" all’ex Presidente del Consiglio) e capace anche di strappare qualche sorriso (tra le più divertenti, di sicuro, la sequenza della cena), individua i suoi maggiori pregi nella non disprezzabile direzione degli attori e nel discreto senso del ritmo narrativo, ulteriormente impreziosito dalla funzionale colonna sonora di Peppe Voltarelli.
Nulla di eccezionale, ma, per essere un film d’esordio girato a basso costo, risulta sufficientemente piacevole.

La frase:
"Ma come fate a vivere in questo posto? E poi vi lamentate se vi chiamano terroni".

a cura di Francesco Lomuscio

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