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Dietro l'angolo
Da sempre i rapporti padre-figlio sono al centro di trame cinematografiche. E da sempre il viaggio on the road (soprattutto per le infinite strade statunitensi) è uno degli espedienti più abusati dal grande schermo per far maturare i personaggi delle proprie storie.
Se mettete le due cose assieme (anche il recente Le chiavi di casa ne è un esempio) ecco che esce fuori "Dietro l'angolo", primo film di Jordan Roberts.
Le quattro generazioni di maschi (bisnonno, nonno, padre e figlio) della famiglia Lair si ritrovano finalmente unite dopo il ritorno a casa, dopo tanti anni di vagabondaggio, di nonno Turner (Cristopher Walken). Il problema per suo padre Henry (Michael Caine) è che si tratta giusto di un'apparizione e che a breve dovrà ripartire. Non c'è quindi il tempo per recuperare il rapporto con il figlio Jason (Josh Lucas) abbandonato quando aveva due anni, né col nipotino che lo credeva morto. A porvi rimedio ci pensa il gran patriarca di famiglia che decide di abbandonare la vita terrena per far sì che il proprio decesso diventi il pretesto per riunire padre, figlio e nipote. Il suo testamento, infatti, prevede che le ceneri del proprio corpo siano sparse dal resto della famiglia in ben definite località del sud-ovest americano…
Si potrebbe definire un film convenzionale questo Dietro l'angolo, senza con questo volergli affibbiare alcuna accezione negativa, anzi… Il punto di forza di questo esordio sta proprio nella capacità di gestire un soggetto così apparentemente semplice mantenendo il giusto equilibrio tra commedia e dramma. Il viaggio si presenta non solo come catarsi, ma anche e soprattutto come recupero di se stessi, del proprio trascorso.
Sicuramente il film non avrebbe colto nel segno se non fosse stato sorretto da un cast d'attori di primo ordine. E se l'intramontabile (ma solo io lo trovo sempre più bravo?) Michael Caine sta in scena giusto una ventina di minuti, ci pensa un altro mostro sacro del calibro di Cristopher Walken a dare credibilità alle storie di un passato soprattutto raccontato. Josh Lucas ( Session9) poi, gli fa da ottimo contraltare.
Seppur le evoluzioni dei personaggi potranno sembrare un po' telefonate, è però innegabile che qualche emozione (complice un'azzeccata colonna sonora) la proverà, ad intensità diverse, ognuno degli spettatori.
Tutti siamo, o siamo stati, figli.
La frase: "Non parleremo soltanto del presente, perché dovremmo?Così tu puoi dimenticare di aver abbandonato la tua famiglia? Beh io non l'ho dimenticato."
Andrea D'Addio
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