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Anplagghed al cinema
Il cinema entra a teatro, il teatro irrompe nel cinema. Non si può definire in altro modo questa nuova avventura di Aldo, Giovanni e Giacomo, non propriamente cinematografica e non propriamente teatrale. Anplagghed, nato per il palcoscenico e per un contatto stretto e viscerale con il pubblico ha avuto un successo incredibile registrando nel lungo tour che ha fatto tappe ovunque in Italia il tutto esaurito al botteghino. Anplagghed al cinema ha l'ambizione dunque di raggiungere coloro che non hanno avuto la possibilità di vedere dal vivo il trio dal tocco magico, proponendo una sorta di mediazione tra teatro e televisione.
Semplice registrazione dunque di uno spettacolo dal vivo, senza ridondanti ambizioni registiche da parte di Rinaldo Gaspari. In effetti, ci troviamo di fronte ad una telecamera grosso modo fissa con alcuni piani ravvicinati per spezzare una monotonia solo apparente. In effetti viene riprodotta, anche se fissata nel tempo, la freschezza di una sessione dal vivo con tanto di risate (vere) del pubblico, applausi ed infine con il contatto di Aldo con questo durante la canzone di chiusura. L'effetto in sala è straniante: non si comprende se a ridere sia il pubblico "virtuale" della registrazione o chi siede nella poltrona accanto, quasi a far cadere il velo che separa mezzo espressivo, tempo e spazio.
Anplagghed al cinema si articola su cinque sketch ed un prologo, che riproducono personaggi tratti dal quotidiano di una grande città di oggi, con il tocco di follia che contraddistingue l'umorismo del trio. Le risate sono quindi assicurate, anche se sono basate su meccanismi ormai collaudati ed in un certo senso rassicuranti. La scena del bancomat è però una delle più irresistibili concepite da Aldo, Giovanni e Giacomo, nella rilettura di una situazione familiare e paradossale al tempo stesso.
Quindi chi va a vedere un "film" del genere sa benissimo che cosa aspettarsi, Anplagghed è un prodotto assolutamente cristallino da questo punto di vista e che non mancherà di assolvere all'unico compito assegnato: regalare qualche momento di allegria senza pensieri. Tenendo sempre presente il famoso monito della scimmia all'uomo che le dice "Quando te vedo rido, rido nun se sa quanto": "Te credo -disse la scimmia- te rassomiglio tanto!".
La frase: No, è che non ho un giardino!
Mauro Corso
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