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Andarilho
Presente alla 64esima Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti, ultima opera del regista brasiliano Cao Guimaraes, ANDARILHO (Andarino) è il secondo film dopo "A ALMA DO OSSO" della sua trilogia della solitudine. Immersi nella natura, in un bellissimo contesto naturale, tre andarini solitari percorrono ognuno il proprio cammino, cercando di relazionarsi con un mondo dove tutto è transitorio. I tre, ognuno a modo loro, anche con lunghi silenzi, riescono a far emergere la propria storia. Per i protagonisti la vita non è altro che un lento passaggio, una semplice transizione nel mondo. Mondo nel quale gli andarini non hanno un loro posto, la natura è la loro casa, non esiste altra realtà possibile. Non hanno alcun rapporto con il mondo quotidiano, non parlano con nessuno se non con chi ha il loro stesso modo di intendere la vita, nessuno cerca di comunicare con loro o ascolta le loro storie se non gli altri andarini e la natura. Per gli andarini esiste solo ciò che vedono e sentono. E loro sono invisibili per il mondo.
Il regista Cao Guimaraes si è da sempre dedicato alle arti visive. Artista di fama internazionale grazie alle sue opere esposte nei più importanti musei del mondo e pubblicate anche in due libri, si è quindi dedicato alla cinematografia prima come regista di numerosi corti ed ora, da qualche anno, con dei veri e propri film.
I suoi lavori cinematografici sono fortemente influenzati dai suoi interessi primari – filosofia e fotografia: nella pellicola infatti si ha una visione più statica che dinamica dell’immagine, e la percezione del trascorrere del tempo viene resa dall’alternarsi del giorno e della notte e dal costante movimento dei suoni della natura. La vita dei tre andarini trascorre in attesa dello svolgersi del tempo, sempre identica a se stessa tanto da sembrare quasi immobile. Solo quanto intorno a loro si muove smentisce questa apparente immobilità: le auto che corrono, incessantemente, sulla strada, le luci che si accendono e si spengono, una bottiglia vuota -con la quale l’andarino gioca- che rotola sulla terra.
Ci si trova davanti ad un documentario e, a livello di immagine e fotografia, davanti ad una bella opera d’arte, ma il lavoro di Guimaraes è lontano da ciò che comunemente si intende per film. Vista la sua particolarità è improbabile che ANDARILHO possa venire conosciuto al di fuori dei circuiti dei film d’autore, ma è sicuramente un’opera interessante per chi ama la fotografia e le opere dell’artista, contenente dei fotogrammi che senza alcun dubbio possono essere definiti delle vere e proprie opere d’arte.
La frase: "Dio deve esistere, o nulla esisterebbe.".
Giuliana Steri
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